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9 gli assolti spicca in particolare l'assoluzione di Gregorio Palazzotto

La prima sezione della Corte d'Appello di Palermo ha condannato 18 persone sotto accusa per Mafia, riciclaggio, estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti, nel processo denominato Delirio, gestito dalla Direzione distrettuale antimafia, che aveva coordinato la Guardia di finanza in un blitz eseguito nel 2018. Nove gli assolti; per uno, Giuseppe Tarantino, proprietario del rinomato bar Alba di piazza Don Bosco, si tratta di una conferma della decisione a lui favorevole già in primo grado. Per altri otto le assoluzioni sono una novità, rispetto alla decisione del Gup del Tribunale, risalente al 29 gennaio 2020 e adottata col rito abbreviato, lo stesso con cui ha deciso il collegio presieduto da Maria Elena Gamberini, a latere i relatori Luisa Anna Cattina e Mario Conte.
Spicca in particolare l'assoluzione di Gregorio Palazzotto, in altri processi condannato come uomo forte del clan di Resuttana-San Lorenzo, al centro del giudizio celebrato in appello. La Corte ha comunque ritenuto fondato l'impianto accusatorio dei pm del pool coordinato, fino alla settimana scorsa, dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, ora capo della Dda di Caltanissetta. L'indagine aveva al centro un personaggio considerato emergente, Giuseppe Corona, processato in ordinario e in attesa della sentenza di primo grado, mentre i 27 processati oggi sono già al secondo. I giudici sono rimasti in camera di consiglio per tre giorni, nell'aula bunker di Pagliarelli. Ecco il dispositivo. Il capolista, Salvatore Buccheri, si è visto confermare i 4 mesi per spaccio, anche se per lui la richiesta di pena in tribunale era stata di 18 anni. Raffaele Favaloro, figlio del pentito Marco, uno dei due killer dell'imprenditore antiracket Libero Grassi, ha avuto 8 anni, 2 mesi e 20 giorni, contro gli 11 anni e 2 mesi del primo grado. Sensibile la riduzione per Maurizio Caponetto: 10 anni e 6 mesi davanti al Gup, un anno e 6 mesi adesso, grazie alla derubricazione del reato da associazione mafiosa a favoreggiamento, ottenuta dagli avvocati Mimmo La Blasca e Amalia Imbrociano. Michele Siragusa passa da 5 anni e 4 mesi a 3 anni; Croce Siragusa è stato condannato a 2 anni, 10 mesi e 10 giorni per ricettazione; Emanuela Milazzo è scesa da 3 anni a 1 anno e 4 mesi; Salvatore Giglio e Giuseppa Mandarano sono rimasti a un anno e 6 mesi ciascuno, Antonino Salerno a un anno e 4 mesi, Giuseppe Salamone, nato nel 1968 per distinguerlo da un omonimo, a 10 mesi; Gioacchino Salamone a 6 mesi e 20 giorni. Poi un anno è stato inflitto a Giuseppe Salamone, nato nel 1962 (aveva avuto 4 anni e 2 mesi). Otto mesi a Salvatore Salamone (pena ridotta di tre mesi rispetto al primo grado). Quattro mesi a testa per Giuseppe Giurintano, Carmelo Naso, Leandro Calogero Naso, Francesco Lo Re; tre mesi per Giuseppe Pecoraro (con una riduzione di 13 mesi). Gli assolti sono Massimiliano Cocco, Claudio Demma (era stato condannato a 5 anni, era difeso dagli avvocati Rosanna Vella e Raffaele Bonsignore), Luigi Miceli, Giovanni Russo, Giosuè Lo Piccolo, Paolo Francesco Trapani, Giuseppe Tarantino, Paolo Lo Iacono, Gregorio Palazzotto (che aveva avuto 1 anno in continuazione con una precedente condanna a 20 anni).

Foto © Imagoeconomica

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