Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e altri raggruppamenti delle forze dell’ordine. Sono questi i soggetti che stamane, in Via Notarbartolo a Palermo, hanno commemorato Calogero Zucchetto: giovane investigatore della squadra mobile di Palermo, assassinato la sera del 14 novembre 1982 dai killer di Cosa nostra Pino Greco (alias "scarpuzzedda”) e Mario Prestifilippo. Cinque i colpi di pistola alla testa esplosi dai sicari in sella ad una moto. Zucchetto conosceva molto bene Greco e Prestifilippo, e li tampinava da tempo con le sue indagini.
Zucchetto all'inizio degli anni 80, collaborando con investigatori di grande spessore della Squadra mobile palermitana, quali Ninni Cassarà, condusse delicate attività d'indagine che avrebbero fornito un importante contributo alla individuazione e alla cattura di pericolosi boss mafiosi. Con il commissario Cassarà collaborò anche alla stesura del "rapporto Greco Michele + 161”: documento che descriveva il nuovo assetto di cosa nostra dopo l’inizio della guerra di mafia del 1981.
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Pagò con la vita il suo impegno al lavoro e al rispetto della legalità. Oggi, a 39 anni di distanza, proprio nel luogo di quell'eccidio, all'angolo tra la Via Notarbartolo e Via Libertà, luogo ribattezzato "Largo degli Abeti", le più alte cariche cittadine, della Polizia di Stato, civili e militari, hanno ricordato il martirio del giovane poliziotto. Il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, ha deposto una corona sulla lapide dello sfortunato agente di Sutera (Cl), nel contesto di una cerimonia che è servita a ricordare che chi muore per la giustizia e nell'adempimento del proprio dovere vive nella memoria dei cittadini onesti e degli uomini di buona volontà.