Al termine del processo celebrato con rito abbreviato il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo Annalisa Tesoriere ha condannato a otto anni di carcere - tre anni in più di quelli chiesti dal pm Gaspare Spedale considerando anche l'attenuante della collaborazione - Pasquale Di Salvo (59 anni), ex poliziotto e oggi collaborante di giustizia, per l’omicidio di Vincenzo Antonio Di Girgentia, titolare di una piccola azienda agricola, commesso ad Alessandria della Rocca, il 13 settembre 1994.
Il condannato Di Salvo era un'ex agente di scorta del giudice Giovanni Falcone poi divenuto spietato killer di Cosa Nostra.
Il suo licenziamento dalla polizia era stato deciso dopo essere stato sorpreso in Svizzera in compagnia di un rapinatore, dopodiché l’uomo si era avvicinato alla famiglia mafiosa di Bagheria. Poi l’arresto nel 2015 nell’operazione “Panta Rei” e l’inizio della sua collaborazione con la giustizia.
Il tribunale ha disposto il risarcimento del danno, da quantificare in sede civile, nei confronti del figlio della vittima Vincenzo Di Girgenti - costituitosi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Angelo Farruggia - il quale riceverà una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro.
Era stato lo stesso Di Salvo, già condannato per associazione mafiosa ed estorsione, a svelare i retroscena dell’omicidio - commesso assieme Luigi Panepinto, Maurizio Panepinto e Calogero Panepinto - ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia: “Questo delitto è stato il mio trampolino di lancio” si legge in un verbale. L’agguato era eseguito in risposta alla morte di Ignazio Panepinto, ucciso qualche mese prima nell’ambito di una faida che si stava consumando nella bassa quisquina. Di Salvo aveva atteso la sua vittima in via Dante per poi crivellarlo a colpi di fucile mentre stava salendo in macchina.
“Lei si rende conto che è passato dalla parte dei nemici del giudice assassinato?”, gli aveva chiesto il giudice Nicola Aiello a Di Salvo dopo il suo arresto. Risposta secca: “Sì”. “E non ha nulla da dire?” “Lo sapevo, ho sbagliato, ho sbagliato”. Inoltre Di Salvo a partire dal 2016, ha svelato uno dei delitti che, tra il 1978 e il 1997, insanguinarono Cianciana, Alessandria della Rocca, Santo Stefano di Quisquina e Bivona. In quegli anni erano stati uccisi Pietro Longo, Calogero Cinà, Tommaso Coniglio, Vincenzo Montalbano, Pietro Sicardi, Francesco Paolo Picarella, Paolo Calandrino, Giuseppe Patrinostro, Diego Passafiume, Ignazio Panepinto, Calogero Panepinto, Francesco Maniscalco, Emanuele Sedita, Giovanni Carbone, Angelo Mario Piazza e Antonino Russo. L'ex poliziotto sostiene di conoscere i collegamenti fra quattro di questi omicidi il cui movente, in ogni caso, non sembra del tutto messo a fuoco.
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