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Beni per 500 mila euro, tra cui una impresa e nove orologi di lusso, sono stati sequestrati a Santo Strano, 54 anni, esponente di vertice del clan Cappello, attualmente detenuto in regime di alta sicurezza, e a sua moglie Stefania Reale. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania su disposizione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania. Le indagini hanno scoperto che i beni sono stati frutto dell'attività illegale di Strano, già giudicato socialmente pericoloso con decreto irrevocabile del Tribunale di Catania dell'aprile 2010. Ha riportato una condanna definitiva (furti ed estorsione in concorso) e successivamente almeno fino al 2017 ha ricoperto ruoli di spicco nel clan mafioso.
Ha così riportato condanne per associazione di tipo mafioso e partecipazione ad associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti.
Sono stati diversi collaboratori di giustizia ad accusare Strano. Secondo Domenico Querulo, Carmelo Di Mauro, Filippo Passalacqua, Orazio Cardaci, Paolo Mirabile, Natale Cavallaro, Gaetano D'Aquino, Vincenzo Pettinati, Gaetano Musumeci, Giuseppe Raffa, Carmelo Scordino e Sebastiano Sardo, avrebbe ricoperto il ruolo di responsabile del gruppo del clan Cappello che operava in via della Concordia deliberando le strategie operative, l'approvvigionamento della droga e le modalità del recupero illegale di ingenti crediti. Strano è stato anche trait d'union sia con il clan di Catenanuova-Centuripe-Regalbuto, sia con il capo dell'organizzazione mafiosa Salvatore Cappello detenuto al regime del 41 bis.
I beni destinatari sequestrati consistono in un appartamento al Villaggio Sant'Agata intestato alla moglie Stefania Reale; l'impresa individuale di commercio al dettaglio di caffè con sede a Catania, al Villaggio Sant'Agata; saldi attivi di eventuali rapporti bancari e finanziari superiori a mille euro; nove orologi di prestigiose marche e due bracciali tipo 'tennis' con brillanti, già sequestrati dai carabinieri nel maggio 2015 e trovati in una cassaforte di Santo Strano in occasione del suo fermo di indiziato di delitto per partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di organizzatore a Catenanuova (Enna) tra l'ottobre 2009 e l'agosto 2012, per il quale è stato condannato sia in primo che in secondo grado a 16 anni dalla Corte d'Assise nissena.

Foto © Imagoeconomica

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