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Un vero e proprio commercio garantito da un “servizio” h24 e dal reclutamento di “nuove leve”

Nelle prime ore di questa mattina, con arresti e perquisizioni effettuate anche con l’ausilio dei “cinofili” della Questura di Palermo, la Polizia di Stato ha smantellato un articolato sodalizio criminale che aveva gestito - nel corso degli ultimi anni - una fiorente attività di spaccio nel quartiere Zisa del capoluogo siciliano. Le accuse sono, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina, in concorso tra loro ed in quanto componenti di un’associazione criminale.
Al riguardo, il personale della Sezione Investigativa del Commissariato di Polizia di Stato “Zisa - Borgo Nuovo” ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 malviventi appartenenti tutti alla cosiddetta “Generazione Z”: il più anziano (già detenuto), infatti, è classe ’93, mentre i due più giovani sono classe 2000.
Inoltre, sono state indagate a piede libero altre 4 persone. Tutti gli indagati provengono dal quartiere “Zisa - Borgo Nuovo”.
Su richiesta della Dda locale, il gip ha emesso dei provvedimenti restrittivi a seguito di serrate attività investigative della Polizia di Stato.
L’intensa ed assidua attività d’indagine è stata condotta, ad intervalli, dal giugno 2017 al febbraio 2020, ed è scaturita dalle molteplici segnalazioni anonime e dallo sviluppo di spunti ottenuti secondo metodi investigativi tradizionali. Ognuna di queste indicazioni, infatti, ha portato a ritenere che, lungo le strade della Zisa - in particolare in via Crociferi -, fosse stata approntata una quotidiana e fiorente attività a cielo aperto di spaccio di sostanze stupefacenti, che non risparmiava neanche gli orari di ingresso e di uscita dei giovanissimi frequentatori dell’istituto comprensivo “Manzoni – Impastato”.
In diversi episodi registrati dagli investigatori, è stata evidenziata la totale assenza di scrupoli dei malviventi rispetto alla presenza in quelle stesse strade di studenti e genitori, che giornalmente vivono le attività della scuola.
L’attività investigativa, corroborata da intercettazioni telefoniche e videosorveglianza, ha consentito di registrare numerosissime cessioni di stupefacenti che avvenivano “alla luce del sole”, attraverso contatti tra giovani che, quotidianamente, si davano appuntamento lungo il perimetro esterno dell’istituto scolastico, la cui struttura veniva spesso utilizzata anche come nascondiglio per lo stupefacente.
Le intercettazioni telefoniche hanno anche consentito di delineare le mansioni di ciascuno dei sodali, ognuno dei quali aveva un ruolo specifico. I malviventi, nel corso delle loro conversazioni, utilizzavano un linguaggio criptico. Ma per gli investigatori era inequivocabile che si occupassero di affari legati al traffico di stupefacenti ed i sequestri effettuati a riscontro hanno restituito una “chiara lettura” di quanto avveniva.
Le indagini condotte hanno permesso anche di verificare come, nel corso del tempo, l’attività criminale degli indagati si fosse gradualmente espansa territorialmente, raggiungendo anche altre storiche strade del popolare quartiere palermitano. Il fatto di poter contare su diversi pusher che effettuavano precisi turni di “servizio” in luoghi strategici, anche perché morfologicamente propizi allo spaccio come le stradine anguste che sorgono lungo il perimetro esterno del citato istituto scolastico, garantiva un’attività di controllo del territorio nelle 24 ore da parte del gruppo criminale: il cliente confidava nella compiacenza e nella costante disponibilità a procurare stupefacente del sodalizio che, a qualsiasi orario, poteva soddisfare la richiesta di stupefacente attraverso molteplici luoghi  presidiati dai pusher.
Ma, nonostante i numerosi e frequenti interventi effettuati presso i luoghi interessati dallo spaccio, i sequestri e gli arresti in flagranza di reato, gli indagati hanno proseguito la loro attività estendendo la loro azione criminale nelle zone limitrofe e assoldando “nuove leve”.
Durante le fasi operative dell’attività investigativa sono stati effettuati moltissimi sequestri di sostanza stupefacente, oltre che identificazioni di numerosi acquirenti – più volte anche minorenni – ai quali è stata contestata la sanzione amministrativa in quanto assuntori.
Si è stimato che l’attività illecita abbia portato nelle casse del sodalizio ingenti guadagni, così come dedotto dalla giornaliera registrazione di molteplici episodi di spaccio, giunti anche a 50, senza contare quelli verosimilmente effettuati e sfuggiti al censimento delle indagini di polizia.

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