"Ci sono ancora oggi dei profili che richiedono ulteriori attività di discovery e non possiamo tollerare che restino dei margini di dubbio e di mistero. C'è un profilo su tutti che dobbiamo necessariamente concludere affinché si possa definitivamente dire chiusa quella stagione drammatica: mi riferisco a Matteo Messina Denaro e alla necessità di arrestare l'ultimo grande latitante di quella stagione di Cosa Nostra e che porta con sé molto probabilmente molti dei profili di incertezze e di mistero della sentenza di primo grado della trattativa e delle stragi di Capaci e via D'Amelio".
Sono state queste le parole pronunciate dal vicedirettore del DAP Roberto Tartaglia davanti all'Alberto Falcone nel 29esimo anniversario della strage di Capaci.
"Ricordare, e lo dico senza retorica - ha aggiunto Tartaglia - è un dovere perché aiuta le persone e le istituzioni a fare esercizio di memoria e ad evitare che ci siano allentamenti di attenzione. Visto che oggi ricordiamo Giovanni Falcone mi vengono in mente gli aggettivi che usava per descrivere l'approccio dello stato nel contrasto alla criminalità organizzata: emotivo, episodico, fluttuante. Credo che sia cambiato tanto da allora ma quell'ombra del pericolo dobbiamo sempre tenerla a mente. Non c'è uno studente di Giurisprudenza, un magistrato, un avvocato o operatore del diritto che non si sia imbattuto e non si imbatta quotidianamente in quello che Falcone, ancora oggi, ha prodotto con il suo lavoro. Dall'attenzione alle indagini patrimoniali, allo sguardo alla cooperazione internazionale, fino alle strutture che fanno indagini e contrasto alla criminalità organizzata, come la Dna e le Dda distrettuali. Sono queste eredità che dobbiamo continuare a salvaguardare".
Fonte: Agi
Foto © Imagoeconomica
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