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I carabinieri del Ros di Palermo hanno arrestato uno dei presunti favoreggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro, con l'accusa di violenza sessuale. Si tratta di Vincenzo Spezia, 58enne di Campobello di Mazara, scarcerato nel 2019 dopo una lunga detenzione e figlio dello storico boss Nunzio Spezia, ormai deceduto. L'uomo, come riportato dal quotidiano La Repubblica, è stato arrestato nel pomeriggio di ieri dai carabinieri del Ros e adesso si trova detenuto nel carcere di Trapani.
Il provvedimento d'urgenza di fermo è stato disposto dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e le sostitute Francesca Dessì e Luisa Bettiol, i magistrati della Dda di Palermo che danno la caccia all'ultimo superlatitante di Cosa Nostra. E' proprio nell'ambito delle indagini per la cattura del boss di Castelvetrano che sono emersi nuovi orrori.
Il nome di Spezia non è nuovo agli inquirenti in quanto figlio dello storico capomafia di Campobello morto nel 2009, Nunzio. Era tornato in libertà nel 2019, dopo avere scontato una condanna per associazione mafiosa e traffico di droga. Negli anni Novanta, era stato accusato anche di omicidio, all’epoca era riuscito a fuggire in Venezuela.
Dalle indagini del Ros era emerso il pericolo di fuga e per questo motivo è stato disposto il fermo d'urgenza, che nei prossimi giorni dovrà essere convalidato dal Tribunale di Marsala.
Gli episodi per cui è stato arrestato Vincenzo Spezia si riferiscono ad un periodo compreso tra l'aprile e il giugno 2020 e riguardano due minori "in condizioni di inferiorità fisica e psichica" ed un terzo in fase di identificazione. "Le numerosissime conversazioni intercettate - affermano gli investigatori - hanno rivelato in maniera inequivoca come lo Spezia abbia abusato e approfittato delle giovanissimi vittime, della loro minore età (infradecennale), delle loro fragilità, delle loro inesperienze, per assecondare i propri impulsi e desideri sessuali nonché soddisfare ignobili perversioni".

Foto d'archivio © Imagoeconomica

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