Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Gli agenti della squadra mobile delle Questura di Trapani hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Giuseppe Calcagno, 46 enne di origini marsalesi, ritenuto dagli inquirenti un fiancheggiatore del boss latitante Matteo Messina Denaro. Calcagno, come si legge in una nota della polizia di Stato "era stato già raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare" nel giugno del 2021 "emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, poi annullata nel successivo mese di luglio dal Tribunale del Riesame, che aveva accolto le tesi della difesa, ritenendo non sussistenti le esigenze cautelari", tuttavia la Procura impugnò il provvedimento e ottenne una sentenza rinvio da parte della Cassazione e successivamente il 12 aprile 2021, una pronuncia favorevole dal Tribunale di Palermo che ha nuovamente ordinato un provvedimento di custodia cautelare per l'indagato Calcagno. L'episodio descritto nella polizia fa riferimento all'operazione antimafia "Ermes III" con la quale gli investigatori sono riusciti a far luce sugli interessi economici del Mandamento di Mazara del Vallo, retto dell'allora boss Vito Gondola, deceduto il 13 luglio 2017. Inoltre le indagini hanno permesso di ricostruire i rapporti tra il capomafia mazarese e le famiglie dei territori di Marsala, Campobello e di Castelvetrano. Infatti i membri delle vare famiglie intrattenevano spesso incontri e riunioni, "attraverso anche lo scambio di pizzini",continua la nota della polizia, e in cui "si decidevano le estorsioni da portare a termine nell'ambito della compravendita di fondi agricoli o nel settore dell'esecuzione di lavori pubblici". Gli indagati, alcuni vicini, altri appartenenti a Cosa Nostra, secondo le ricostruzioni degli inquirenti si adoperavano per "garantire gli interessi economici dell'associazione, il controllo del territorio e quello delle attività produttive nonché per favorire la comunicazione riservata con il latitante Matteo Messina Denaro".

Foto tratta da: siciliaogginotizie.it

ARTICOLI CORRELATI

Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa nostra protetto dallo Stato-Mafia

Messina Denaro sette soprannomi per un mistero

Matteo Messina Denaro mandante delle stragi del '92

Mafia: sequestro di 700 milioni a Giuseppe Grigoli, imprenditore di Messina Denaro

Vito Nicastri condannato a 9 anni: ''Ha finanziato la latitanza di Messina Denaro''

Omicidio Scopelliti: inchiesta riaperta. Nuovi elementi sul patto Cosa nostra-'Ndrangheta

'Ndrangheta stragista, ergastolo per Graviano e Filippone

Messina Denaro ordina l’attentato a Di Matteo: "Si è spinto troppo oltre"

Attentato a Di Matteo, indagine in archivio ma progetto ancora in atto

Consegnatelo!
Matteo Messina Denaro, boss assassino e stragista

Da “Golem II” a “Perseo”, “Diabolik” guarda il capoluogo

La condanna a morte: le parole di Riina contro Di Matteo

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos