Dalle prime ore di questa mattina, oltre 70 finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania, stanno eseguendo un'ordinanza di misure cautelari personali e reali emessa dal gip del Tribunale, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Catania, contro il clan Cappello-Carateddi.
L'operazione, denominata 'Sipario' all'alba a Catania, vede in tutto 34 gli indagati, di cui 22 i destinatari di ordinanza di custodia in cui vengono ipotizzate a vario titolo l'associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione, falso in atto pubblico, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione elettorale, intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso. Contestate estorsioni nei confronti di imprenditori e artisti catanesi, corruzione di pubblici ufficiali e trasferimento fraudolento di valori. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate quote sociali e patrimoni per cinque milioni di euro di tre società con sede a Catania, operanti nel settore dei bar e della ristorazione.
I dettagli dell’operazione
Le indagini hanno riguardato l'attività di Orazio Buda, particolarmente legato al gruppo di Orazio Privitera, esponente di vertice del clan Cappello/Carateddi. Buda, secondo la Guardia di finanza, ha provveduto in modo costante e intenso al reimpiego del denaro provento di delitti in attività commerciali affermate sul territorio e fittiziamente intestate a prestanome. Sarebbe stato anche accertato che Buda ha compiuto numerose estorsioni a danno di privati cittadini, imprenditori catanesi operanti nei settori dei trasporti e nei confronti di un noto e premiato pittore siciliano, dal quale pretendeva l'elargizione di opere, alcune delle quali destinate a pubblici funzionari al fine di tessere rapporti relazionali utili per perseguire finalità illecite; altre, destinate ad arredare alcuni degli esercizi commerciali riconducibili a Orazio Buda. Ventidue, le persone raggiunte dal provvedimento del Gip (due destinatari di custodia cautelare in carcere, cinque agli arresti domiciliari, tre con l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria e per dodici la misura interdittiva del divieto di esercizio dell'attività commerciale). Sottoposte a sequestro quote di sociali, beni mobili, immobili e conti correnti di tre società con sede a Catania (Royals, Speciale Boys e 9 Cereali), attive nella gestione di noti bar e ristoranti nel capoluogo, fittiziamente intestate ai numerosi "prestanome" di Buda per eludere le indagini patrimoniali nei confronti dello stesso esponente dell'associazione criminale.
In manette un finanziere e tre vigili urbani
Tra gli arrestati dell’operazione “Sipario” di questa mattina c'è anche un sottufficiale della guardia di finanza, in servizio nella compagnia di Augusta, nel siracusano, che è anche vice presidente della Sesta Circoscrizione del Comune di Catania ed anche tre agenti di polizia municipale dello stesso Ente locale, posti agli arresti domiciliari. Si tratta di Francesco Campisi, che avrebbe agito da intermediario, e dei suoi colleghi Giuseppe Longhitano e Attilio Topazio. Il vicebrigadiere Mauro Massari, arrestato e condotto in carcere da suoi colleghi, è accusato di avere "stretto un patto elettorale" con Orazio Buda, esponente di spicco del clan Cappello-Carateddi che lo avrebbe sostenuto nelle elezioni amministrative del 2018 a Catania in cui con oltre 965 preferenze risultò eletto nella Circoscrizione dei rioni Librino, San Giorgio, San Giuseppe La Rena, Zia Lisa e Villaggio Sant'Agata. In cambio, ipotizza la Dda della Procura etnea, Massari, "attraverso il reiterato abuso della propria qualità e dei poteri connessi alla funzione esercitata" prometteva "di soddisfare la pressante richiesta del Buda" di "ottenere, in favore di una società a quest'ultimo gradita, un subappalto da 6 mln di euro al Porto di Augusta per la demolizione di una piattaforma ferrosa". E, secondo accertamenti del nucleo Pef-Gico della guardia di finanza di Catania, sempre su richiesta di Buda, anche lui destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, "prometteva di danneggiare un piccolo imprenditore attraverso l'utilizzo dei poteri connessi alla funzione esercitata". Le indagini del nucleo di Polizia economico finanziario (Pef) della Guardia di finanza di Catania hanno fatto emergere che tre vigili urbani avrebbero redatto "false relazioni di servizio" sulla "sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore" per "garantire l'assegnazione di alloggi popolari da parte dell'Iacp in favore di stretti congiunti di Buda".
Foto © Imagoeconomica

Mafia: blitz contro clan Cappello, 22 ordinanze custodia
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