Al sesto appuntamento live per la rubrica “Percorsi di educazione civica”, organizzato sulla pagina Facebook di Radio Voce della Speranza Catania, è intervenuto l’ex autista del consigliere istruttore Rocco Chinnici, Giovanni Paparcuri. Nel suo racconto ha parlato dei giorni antecedenti all’attentato, nello specifico di quando arrivò a Palermo (intorno al 9 luglio) Bou Chabel Ghassan, trafficante di droga e armi di origini libanesi con ottimi agganci con il centro nazionale della Criminalpol, “doveva acquistare delle armi ed è venuto in contatto con Cosa Nostra. Qualcuno delle Criminalpol sottovalutava queste informazioni e non fecero nulla per rafforzare la sicurezza del consigliere Chinnici”. Il giudice intuì che stava per succedergli qualcosa e il 21 luglio chiamò tutti gli uomini della sua scorta nel suo ufficio per informarli che c’era in progetto un attentato contro un magistrato, “il 21 luglio lui ci chiamò nella sua stanza e ci disse: 'Ragazzi vi lascio la libertà di decidere se volete continuare a stare con me'. Noi non avevamo paura: 'Consigliere noi stiamo con lei'. Poi il 29 luglio è arrivata la strage. Lui si preoccupava per noi”.
Nella conclusione del suo intervento Giovanni Paparcuri ha lasciato spazio anche per un messaggio rivolto ai ragazzi ribadendo come la società fa apparire i mafiosi come degli eroi, ma che in realtà non sono quello che sembrano di essere e che sono le personalità come quella del giudice Rocco Chinnici, di Peppino Impastato, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che devono essere imitate, “la legalità paga (...) non prendete come esempio mafiosi”.
Rocco Chinnici nelle parole di Giovanni Paparcuri
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- Luca Grossi