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Era lui a far rispettare le regole imponendo la fornitura di droga per conto del gruppo Nizza

Dalle indagini della procura di Catania sull’organizzazione smantellata questa mattina che gestiva il traffico di droga nel catanese, emerge che a capo dell’organizzazione attiva nel quartiere di San Giovanni Galermo, strutturata sotto il diretto controllo del gruppo Nizza della famiglia di "Cosa Nostra" catanese, clan Santapaola - Ercolano, vi era Lorenzo Michele Schillaci. 56 anni, Schillaci è un personaggio di notevole caratura criminale ed è già condannato per associazione mafiosa. Toccava a lui, boss in ascesa, fare in modo che le regole venissero rispettate, imponendo la fornitura della sostanza stupefacente per conto del gruppo Nizza, e toccava ancora a lui dirimere i contrasti interni ai gruppi (ad esempio in casi di "concorrenza sleale" per aver protratto l'attività di spaccio oltre l'orario consentito o per aver dirottato i clienti presso altra piazza di spaccio). In occasione del suo arresto avvenuto l'8 novembre del 2019, in dei locali di sua pertinenza furono trovati e sequestrati 60 mila euro provento dell'attività delle piazze di spaccio, la "carta degli stipendi", la "carta delle estorsioni", e la "carta delle piazze di spaccio". Parte dei proventi delle piazze di spaccio servivano, infatti, anche al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti. In particolare in una delle "carte" erano scritte le iniziali di 43 detenuti. Accanto c'era la somma spettante alla famiglia, per un importo totale mensile di circa 42.000 euro.

Pentito il reggente del clan
Al centro dell’operazione "Skanderbeg”, che ha spazzato via dodici piazze di spaccio di droga a Catania, ci sono dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, dei quali uno era il reggente del clan. Si tratta di Dario Caruana e Silvio Corra. Quest'ultimo, in particolare, aveva preso le redini del clan Nizza, da cui si rifornivano i pusher, sostituendo Lorenzo Michele Schillaci, 56 anni, finito in manette l'8 novembre 2019 per porto abusivo di arma. Il collaboratore di giustizia ha fornito un dettagliato report sui fornitori della droga che riguardano la Campania per la maggior parte della marijuana e della Calabria per quanto riguarda la cocaina. In particolare Corra ha spiegato agli investigatori che la cocaina veniva acquistata a 40 mila euro al chilo e venduta a 60 mila euro con un notevole guadagno per la criminalità mafiosa del clan Santapaola-Ercolano.

Foto © Imagoeconomica

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