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sekret trattativa graviano lillodi AMDuemila
Con dei nuovi episodi, Sekret-Graviano’s (condotto da Marco Lillo e scritto con Matteo Billi, disponibile su www.iloft.it e su appLoft) è tornata ad affrontare i delicati temi delle stragi e dei risvolti giudiziari che ne sono scaturiti, con l’attenzione rivolta agli interrogativi investigativi ancora oggi irrisolti. Nelle scorse puntate, il programma ha parlato delle affermazioni del boss stragista Giuseppe Graviano, intercettato nel carcere di Ascoli Piceno nel 2017, in cui aveva definito Silvio Berlusconi “traditore” e proprio le stesse dichiarazioni sono state oggetto nel processo ‘Ndrangheta stragista ancora in corso a Reggio Calabria dove è imputato, insieme al boss ‘ndranghetista, Rocco Santo Filippone. Con l’ultima puntata (disponibile su Loft) e la prossima (che andrà in onda la prossima settimana) si chiuderà il cerchio sui misteri della latitanza e poi arresto dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano nel gennaio 1994 a Milano.
Nell’ottava puntata l’argomento centrale sono state le intercettazioni del commercialista palermitano Pietro Di Miceli. Secondo le indagini dei carabinieri del Ros che intercettarono nel 1994 uno dei fiancheggiatori dei fratelli di Brancaccio, Cesare Lupo, avevano ascoltato anche le intercettazioni che riguardavano il commercialista. Il racconto della vicenda è stato fatto insieme a giornalisti che si sono occupati della vicenda come Dina Lauricella e Attilio Bolzoni. Il commercialista fin dai suoi albori era stimato nell’ambito dell’antimafia, tanto dal suo inizio lavorando in collaborazione con il capo dell’ufficio istruzione di Palermo, Rocco Chinnici, quanto al legame che aveva con la vedova di Libero Grassi e con la famiglia del magistrato, Giovanni Falcone. Però, alcuni collaboratori di giustizia lo accusarono di intrattenere rapporti con boss che facevano parte del gotha di Cosa nostra, come Giacomo Vitale, Raffaele Ganci e Giovanni Brusca. Per questo motivo Di Miceli fu indagato ben due volte ma fu prosciolto a Palermo e sotto richiesta dei pubblici ministeri fu assolto dal Tribunale di Caltanissetta. Oltre a questo, il commercialista fu anche citato come anonimo ‘Corvo bis’ nel ’92 e anche da queste accuse ne è uscito indenne.
Il programma condotta da Marco Lillo non ha fatto altro che continuare ancora oggi a interrogarsi sulla stranezza delle telefonate fatte a Di Miceli da giornalisti di fama e persino dalla segretaria di un ministro del governo Berlusconi nel 1994. Il programma si è poi chiuso chiedendo alle procure competenti come quella di Palermo e Caltanissetta si continuare a indagare su questi interrogativi per trovarvi risposta.

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