Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
Dalle indagini era emersa insofferenza di Messina Denaro per i dissidi interni del clan

Quattro presunti appartenenti alla cosca mafiosa di Marsala (Trapani) sono stati condannati ieri pomeriggio dal tribunale di Marsala a pene severe per un totale di 59 anni di carcere nell'ambito del processo "Visir". 12 anni di detenzione ad Andrea Antonino Alagna e Fabrizio Vinci, 16 anni ad Alessandro D'Aguanno e 19 a Michele Giacalone. Quest'ultimo inoltre dovrà risarcire le parti civili, Salvatore e Francesco Billeci, imprenditori vittime di estorsione, e l'associazione antiracket Libero Futuro, che li aveva sostenuti nelle denunce. La Corte, presieduta da Vito Marcello Saladino, ha accolto le richieste dei pm Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Gli altri dieci coinvolti nell'operazione antimafia del 2017 da cui è nato il processo avevano scelto il rito abbreviato e l'11 luglio 2018 erano stati condannati a oltre 114 anni di detenzione dal gup di Palermo Nicola Aiello. Dalle indagini erano emersi collegamenti col superlatitante Matteo Messina Denaro e la sua crescente insofferenza per l'aumento delle conflittualità all'interno del sodalizio mafioso. Stando alle dichiarazioni di uno degli indagati, Nicolò Sfraga, il super latitante di Cosa Nostra nel gennaio 2015 era pronto a risolvere con la forza i dissidi, punendo eventuali disobbedienze. Questo perché erano in gioco grandi interessi economici, efficacemente sintetizzati dalla frase "il sole ci deve riscaldare tutti", captata dai militari nel corso di un'intercettazione effettuata nei confronti di Alessandro D'Aguanno, uno dei condannati. Frase, questa, ritenuta emblematica sia dagli inquirenti che dai pm che hanno rappresentato l'accusa. L'uomo parlava con un altro degli arrestati nell'operazione "Visir", Michele Lombardo, giudicato a parte. Questi, in pratica, pur riconoscendo la leadership di Vincenzo Rallo, manifestava animosità contro Giacalone, avido di denaro. Pertanto Messina Denaro avrebbe pensato in un primo momento di intervenire.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos