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di Aaron Pettinari
Gli avvocati non lo vogliono a Milano per l'apertura dell'Anno giudiziario

A pochi giorni dall'apertura dell'Anno giudiziario, che sabato si terrà in tutti i distretti giudiziari della Penisola, esplode la polemica tra magistrati ed avvocati. Ad accendere la miccia è stata una lettera con cui i membri della Camera penale di Milano hanno chiesto al Csm una "rivalutazione della designazione" di Piercamillo Davigo, l'ex pm del pool Mani Pulite, a rappresentare Palazzo dei Marescialli alla cerimonia.
In particolare ai penalisti, che da mesi protestano contro la nuova legge sulla prescrizione che sospende la 'tagliola' dopo il primo grado, non è piaciuto quanto detto da Davigo in un'intervista al Fatto Quotidiano del 9 gennaio, in cui il consigliere aveva difeso il blocco della prescrizione e aveva avanzato alcune proposte per accelerare i processi.
Tra queste la cancellazione del divieto di aumentare la pena in appello per chi fa ricorso alla modifica del meccanismo delle multe per i ricorsi inammissibili, responsabilizzando i difensori. Tra i passaggi criticati anche quello sul gratuito patrocinio per i non abbienti: “La non abbienza è una categoria fantasiosa - aveva detto Davigo rispondendo alle domande del direttore Marco Travaglio - perché molti imputati risultano nullatenenti. Così lo Stato paga i loro avvocati a piè di lista per tutti gli atti compiuti e quelli compiono più atti possibili per aumentare la parcella. Molto meglio fissare un forfait una tantum secondo i tipi di processo: così gli avvocati perdono interesse a compiere atti inutili. E lo Stato, con i risparmi, può difendere gratis le vittime, che invece la dichiarazione dei redditi la presentano e di rado accedono al gratuito patrocinio”.
Le sue "esternazioni", ha scritto la Camera penale di Milano nella lettera, "negano i fondamenti costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e del ruolo dell'Avvocato nel processo penale". Dichiarazioni "inaccettabili se pronunciate, come nel caso del Consigliere Davigo, da un magistrato che riveste l'alta funzionale istituzionale di Consigliere del Csm".
A dare manforte alla richiesta degli avvocati milanesi anche l'azione del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Reggio Emilia che ha trasmesso una segnalazione al procuratore generale presso la Corte di Cassazione ed al ministro della Giustizia, affinché "valutino il rilievo disciplinare delle esternazioni del dottor Davigo" addirittura dichiarando che "la visione espressa dal magistrato, esprime concetti cari ai regimi totalitari e giustizialisti e non è compatibile con il nostro Stato di diritto".
Immediate sono giunte le repliche della magistratura.
La richiesta di sostituire Davigo con un altro consigliere del Csm è stata respinta con durezza, perché "irricevibile", sia dal Comitato di Presidenza dell'organo di autogoverno della magistratura (composto dal vicepresidente David Ermini e dai capi di Corte Giovanni Mammone e Giovanni Salvi) che dall'Anm.
Già la corrente dell'ex pm e poi presidente di sezione in Cassazione, Autonomia e Indipendenza, aveva reagito dichiarandosi "orgogliosamente al fianco di Davigo" e domandando provocatoriamente: “Ma come? coloro che asseritamente difendono il sacro principio del contraddittorio non sopportano che un magistrato esprima una propria opinione tecnica e pretendono che venga zittito?”.
Anche la corrente di Area, gruppo notoriamente distante dalle posizioni di Davigo, sin dal primo momento ha bollato come "inaccettabile e contrario alle regole fondamentali del vivere democratico discriminare chiunque in base alle opinioni espresse".
Ieri è quindi arrivata la risposta definitiva di Palazzo dei Marescialli che ha parlato di una richiesta "irricevibile, sia per i suoi contenuti, volti a sanzionare la libera manifestazione del pensiero, sia perché irrispettosa delle prerogative di un organo istituzionale".
Una replica che è stata di fatto condivisa dalla Giunta dell'Anm che ha parlato di una pretesa “contraria a elementari regole di correttezza istituzionale” dato che Davigo “interverrà in rappresentanza dell’istituzione consiliare tutta”.
Ma il sindacato delle toghe ha anche criticato i penalisti: "Invece di confrontarsi con il merito delle dichiarazioni altrui si pretende che al soggetto venga tolta la parola. L’iniziativa, mera provocazione, contraddice i valori che predica di tutelare”.
In questo clima infuocato sanato alla cerimonia di Milano parteciperà, tra gli altri, anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, 'padre' della riforma della prescrizione, tema ancora caldissimo anche sul fronte politico.
Va evidenziato che la scelta di quella sede era già stata compiuta prima che la Camera penale chiedesse la messa al bando Davigo. Ma allo stato delle cose diventa una presenza ancora più opportuna.

Foto © Imagoeconomica

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