di AMDuemila
Riconosciuta l'attenuante per la collaborazione con i pm. Due anni e 10 mesi per il "re dell'eolico"
Vito Nicastri, detto il "re dell'eolico", già condannato per concorso in associazione mafiosa, e ritenuto uno dei finanziatori della latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro, ha patteggiato una condanna a due anni e 10 mesi per corruzione e intestazione fittizia di beni davanti alla seconda sezione del tribunale di Palermo. Anche il figlio Manlio ha patteggiato, ma una condanna a due anni. I giudici hanno riconosciuto la circostanza attenuante della collaborazione con la giustizia. La vicenda è quella relativa ai rapporti tra il "signore del vento" di Alcamo (Trapani) e il faccendiere vicino alla Lega Paolo Franco Arata: i due avrebbero cercato di ottenere in maniera illecita autorizzazioni per costruire impianti eolici in varie aree dell’isola, corrompendo dipendenti della Regione Sicilia. I due Nicastri hanno ammesso i fatti, Arata - coinvolto assieme al proprio figlio, Francesco Paolo - respinge le accuse. Inoltre si apprende che il collegio presieduto da Roberto Murgia oggi ha disposto il ritorno in libertà di Nicastri jr, che si trovava ai domiciliari, mentre gli Arata rimangono entrambi agli arresti in casa.
Armando Siri © Imagoeconomica
Il mese scorso il patteggiamento era stato rigettato dal Gip Walter Turturici, che aveva ritenuto le condotte di Nicastri molto gravi considerando "non congrue" le pene allora proposte di due anni e 9 mesi per Vito e di un anno e 10 mesi per il figlio. Una tranche dell'inchiesta della Dda di Palermo è stata trasmessa a Roma e riguarda una presunta mazzetta che l'ex consulente della Lega avrebbe pagato all'ex sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. Il processo nei confronti dei due Arata e dei funzionari regionali Giacomo Causarano e Alberto Tinnirello proseguirà davanti a un'altra sezione del tribunale di Palermo.