Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
La scomparsa fu denunciata nel dicembre 2015 da un appuntato della Guardia di Finanza

E’ un mistero. A Palermo sono spariti da un ufficio della Procura alcuni dispositivi elettronici in cui erano custoditi file d'indagine sensibili sulla ricerca del super latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. Nello specifico, come riporta l’agenzia AGI, si tratterebbe di "un computer portatile da 10 pollici" e "due pendrive da 1 gb ciascuna", con i file di "tutte le indagini su Messina Denaro”. La scomparsa fu denunciata nel dicembre di quattro anni fa dal finanziere Calogero Pulici, per anni applicato alla segreteria dell'allora procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Teresa Principato, che coordinava le indagini sul capo mafia. "Alla presenza dell'assistente di nome Rita, che per adesso collabora con la dottoressa (Principato, ndr) abbiamo prelevato la scatola contenente il pc che era custodita nella libreria e dopo averla aperta ci siamo resi conto che il pc non era più conservato all'interno", si legge in una relazione di servizio firmata l'11 dicembre da Pulici, autorizzato a recuperare i suoi effetti personali dall'ufficio dell'aggiunto Principato, dopo essere stato allontanato verbalmente dalla Procura nell'estate 2015, in seguito a un'indagine per molestie su denunce di un collega e della moglie, poi archiviata.

messina denaro matteo 2face 610

"Dal portapenne - continua la nota inviata al comando provinciale della Finanza, che aveva autorizzato Pulici a ritirare gli oggetti - era stato asportato un mazzo di chiavi legate con un anello metallico al quale erano ancorate anche le pendrive nelle quali erano riversati i file dal computer della dottoressa”. Sul giallo aveva aperto un fascicolo, poi archiviato, la Procura di Palermo. In quel periodo Pulici finì indagato anche per peculato (processo in corso) e nel maggio 2016 subì alcune perquisizioni durante le quali furono sequestrati pendrive, hard disk, tablet, smartphone e un computer vecchio modello. Tra questi device - secondo la Guardia di Finanza - c'erano quelli di cui Pulici denunciava la scomparsa: ma nonostante le pendrive non fossero state identificate, tra gli oggetti sequestrati non figurava alcun portatile da 10 pollici e per questo, secondo la Procura, "si tratta di altri dispostivi" rispetto a quelli scomparsi dall'ufficio del pm Principato.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos