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di AMDuemila
Una soffiata degli infermieri ha fatto scattare l’operazione. L’uomo è di Castelvetrano ma non si tratta del superlatitante

All’alba i nuclei speciali dei carabinieri hanno fatto irruzione al centro neurolesi dell’ospedale Bonino Pulejo di Messina monitorando entrate e uscite e sorvolando la zona con un elicottero. Il motivo? Una segnalazione da parte di alcuni addetti alla struttura della presenza tra i pazienti del boss di Cosa nostra ricercato numero uno in Italia Matteo Messina Denaro. I militari cercavano un uomo ricoverato originario di Castelvetrano, in provincia di Trapani, paese che ha dato i natali al boss Messina Denaro, che si trovava all’interno dell’ospedale Bonino Pulejo, nel reparto Irccs che si trova in zona colli San Rizzo. E in effetti un paziente di Castelvetrano c’è e si trova ricoverato da oltre un mese per la riabilitazione dopo un ictus, ma non è la “primula rossa”. Falso allarme dunque. Il blitz è stato mascherato da un normale controllo dei Nas. In realtà si trattava di una organizzata e pianificata a tavolino operazione di intelligence. I militari dopo aver individuato l’uomo, lo hanno sottoposto a tampone per le verifiche del Dna, dal momento che il capo di Cosa nostra ricercato in tutto il mondo pare abbia subito trasformazioni anche chirurgiche. Ma il Dna ha dato esito negativo.

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