di AMDuemila
Confermata assoluzione anche per appuntato della Guardia di Finanza
"Assoluzione perché il fatto non sussiste". E' questa la decisione della Corte d'Appello di Caltanissetta nei confronti del magistrato Maria Teresa Principato e l'appuntato della Guardia di finanza Calogero Pulici, che era applicato alla sua segreteria. Il magistrato, per anni impegnata nelle indagini sulla ricerca di Matteo Messina Denaro come procuratore aggiunto di Palermo, è oggi in servizio alla direzione nazionale antimafia: in primo grado, era stata condannata a 40 giorni di reclusione con l'accusa di avere rivelato all'appuntato Pulici - in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria - dell'esistenza di un procedimento a suo carico. La notizia era stata per prima riportata dal quotidiano online Livesicilia. Per il finanziere, invece, la Corte d'appello ha di fatto confermato il giudizio di primo grado, in cui era stato assolto dall'accusa di accesso abusivo a un sistema informatico.
L'inchiesta da cui nasce il procedimento ha portato a due diversi processi: nel primo erano stati coinvolti l'attuale procuratore generale di Firenze Marcello Viola, assolto con sentenza ormai definitiva, e Carlo Pulici, per anni assistente della Principato, anche lui assolto. Nel secondo processo, invece, erano stati imputati, sempre Pulici, e la Principato. Nell'inchiesta principale Pulici era stato indagato per violazione di segreto d'ufficio perché aveva consegnato a Viola, allora procuratore di Trapani, una pendrive con gli interrogatori di un pentito che faceva dichiarazioni sul boss latitante Matteo Messina Denaro. Sia Pulici che Viola furono assolti perché secondo i giudici si trattava di un normale scambio di informazioni fra gli uffici giudiziari di Palermo e Trapani. Un anno dopo Pulici fu indagato per un'altra questione (l'inchiesta fu archiviata).
Nell'ambito dell'indagine Principato era stata sentita come persona informata sui fatti. Al termine del colloquio con i pubblici ministeri di Caltanissetta, il magistrato, secondo l'accusa, avrebbe detto a Pulici cosa le avevano chiesto. Pulici e Principato, imputati di rivelazioni di notizie riservate ebbero però due diverse sorti: la Principato fu condannata, Pulici assolto. In appello la decisione sulla pm è stata ribaltata.
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