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di AMDuemila
Si sarebbe nascosto in una cantina di un “edificio di colore giallo” del boss di Gangi Vincenzo Centineo

Il superboss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro, l’uomo dei misteri condannato per le stragi del ’93 e ricercato numero uno in Italia, avrebbe trascorso qualche giorno dei suoi 26 anni di latitanza molto lontano dalla sua Castelvetrano. In Veneto, precisamente a Campo di Pietra di Salgareda, nel trevigiano. A rivelarlo il collaboratore di giustizia di Patti (Messina) Emanuele Merenda nell’ambito dell’inchiesta sull’infiltrazione della camorra casalese ad Eraclea, dove Merenda ricopriva il ruolo di riscossore del pizzo agli imprenditori per il boss Luciano Donadio. La “primula rossa” sarebbe stata ospite “per 4 o 5 giorni” nella cantina di un “edificio di colore giallo” appartenente a Vincenzo Centineo, anche lui siciliano, il quale era in stretto contatto con Donadio, il capobanda della “falange” casalese in Veneto, con il quale si spartiva i proventi del pizzo agli imprenditori e dei prestiti con tassi da usura. “Centineo mi ha anche detto che ha ospitato Matteo Messina Denaro per quattro o cinque giorni a Campodipietra. La facciata è di colore giallo” ha raccontato ai pubblici ministeri veneziani. Affermazioni queste che hanno acceso le attenzioni degli investigatori che si sono attivati per accertare l’attendibilità del collaboratore di giustizia.

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