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di Karim El Sadi
A Tv8 il padre del poliziotto ammazzato da Cosa nostra incontra un “piccolo grande amico”

C’è stato un ospite speciale al programma “Ho qualcosa da dirti” condotto da Enrica Bonaccorti in onda su Tv8: Vincenzo Agostino, padre dell’agente di polizia Antonino assassinato brutalmente insieme a sua moglie in dolce attesa Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini (Palermo) il 5 agosto 1989. Seduti a un tavolino Vincenzo ha lasciato che i suoi ricordi riaffiorassero “mio figlio cercava lavoro e purtroppo ce n’era poco così ha fatto il militare ausiliario. Quando ha finito è venuto da me a dirmi che voleva fare il poliziotto, per noi è stata una grande gioia” ha ricordato. Un sogno poi diventato realtà. Il giovane Antonino era diventato molto abile nel suo mestiere tanto da venir chiamato “il cacciatore di latitanti”. Un'abilità e una scaltrezza che però negli anni a venire avrebbe pagato a caro prezzo. La condanna a morte di Antonino Agostino era stata firmata il 21 giugno di quel tragico anno quando nella villa del giudice Giovanni Falcone trovò una valigetta nascosta accanto a uno scoglio contenente 58 cartucce di esplosivo Brixia B5, per un peso complessivo di 8 kg. “Mio figlio era di pattuglia quel giorno e salvò la vita di Falcone” ha rammentato Vincenzo. “Lei pensa che l’attentato a suo figlio abbia qualche radice con quello fallito a l’Addaura?” ha chiesto la Bonaccorti, “sì la cosa è partita da lì” ha affermato Agostino. Ma le prove tangibili per dimostrarlo davanti alle autorità competenti o in tribunale non le ha mai potute avere. Eppure c’erano, si trovavano in casa dentro un armadio che misteriosamente è stato ripulito da cima a piedi da alcuni funzionari di polizia. Una vicenda più volte denunciata da Vincenzo Agostino che ha rammentato, anche durante il programma tv, proprio quando dopo il delitto gli venne consegnato il suo portafogli, dal quale saltò fuori un biglietto in cui c'era scritto che se gli fosse successo qualcosa bisognava guardare nell’armadio del poliziotto. “Andai a vedere cosa ci fosse ma avevano già preso tutto non c’era più nulla là dentro. Non ho mai potuto leggere gli appunti di mio figlio perchè sono andati distrutti”. A pronunciare quelle parole la conduttrice è rimasta di sasso.

buonaccorti enrica antonio ho qualcosa dirti

“Quando ancora ero sporco di sangue dopo 5 giorni dalla morte di Antonino e mia nuora
- ha continuato - ho fatto un giuramento che non mi sarei mai tagliato la barba senza aver avuto verità e giustizia”. Una promessa che Vincenzo non ha mai infranto in questi 30 lunghi anni in compagnia della sua amata moglie Augusta, scomparsa lo scorso 28 febbraio. “Ho questo compito di cercare questa verità a qualunque costo, non è possibile aspettare 30 anni. La chiedo ai politici, allo Stato perché l’omicidio di mio figlio non è solo mafioso ci sono dei mandanti esterni. - ha spiegato Vincenzo - Devo questa risposta a mia moglie, una donna in cerca di verità e giustizia anche dopo la morte” ha detto con gli occhi lucidi.
Vincenzo non avrebbe mai immaginato che ad asciugargli le lacrime in diretta tv sarebbe stato un suo piccolo grande amico giunto in compagnia della conduttrice durante la trasmissione. Si chiama Antonio, ha 8 anni e viene da Palermo. Antonio è un bambino sveglio dal cuore d’oro, lo si nota anche se si sta davanti ad uno schermo. “Ho conosciuto Vincenzo alla festa dell’onesta, una festa dove si commemora la strage di via Carini dove morì il Generale dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo”. Da quell’incontro è nata una “solida” e inaspettata amicizia. Vincenzo un giorno si è recato a casa di Antonio e gli ha consegnato una speciale pen drive. “Dentro quella pen drive - ha spiegato il piccolo mostrandola alla Bonaccorti - c’è la sua battaglia che affronta da anni, le foto di Antonino, della sua famiglia, dei momenti felici”. Un dono inestimabile al quale Antonio, che ama il pianoforte, ha voluto ricambiare dedicandogli una melodia intitolata “la luce della speranza”, “la speranza che un giorno potrai finalmente tagliarti quella barba perché avrai ottenuto la verità e la giustizia” ha detto Antonio a Vincenzo stringendogli le mani. A fine melodia Agostino, commosso, ha preso in braccio il piccolo Antonio come un nonno fa col proprio nipote. Quel nipote che non ha mai potuto veder nascere.

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