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di AMDuemila
Confermate in appello le condanne per detenzione di droga, intestazione fittizia di beni e gioco d'azzardo contro il clan messinese Mangialupi al processo denominato “Dominio”. Il processo di primo grado si era concluso a novembre 2018 con 11 condanne che andavano da un massimo di 15 anni e mezzo fino ad un anno e 10 mesi.
La Corte d’appello di Messina ha disposto sei riduzioni di pena per un totale di oltre 30 anni di reclusione, due prescrizioni e tre conferme. I giudici hanno condannato a 11 anni e 4 mesi Giuseppe Giunta ed a 7 anni Giovanni Aspri. Pena ridotta anche per Antonino Scimone condannato ad 1 anno e 10 mesi, pena sospesa, Mario Schepisi condannato a 3 anni e 10 mesi, Nunzio Corridore 4 anni e Francesco Crupi 3 anni e 8 mesi, reato prescritto per Giovanna Aloisi e Rosario Aloisi. Il blitz dei finanzieri del Gico, che ha portato agli arresti dei membri della cosca, è scattato nel marzo 2017. Dalle indagini si è accertato che il clan aveva un saldo controllo del territorio, chi subiva un furto o un torto, ad esempio, si rivolgeva ai referenti del gruppo che in poco tempo individuavano il responsabile costringendolo a riconsegnare quanto sottratto ed addirittura chiedere scusa. L'inchiesta, oltre a far luce sul giro del traffico di droga, ha anche aperto i riflettori sul business delle "macchinette mangiasoldi"

Foto © Imagoeconomica

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