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di AMDuemila
Giovanni Brusca resta in carcere. Così ha deciso la prima sezione penale della Corte di Cassazione che ieri, in tarda serata, ha rigettato il ricorso del 62enne boss di mafia e collaboratore di giustizia che chiedeva tramite i suoi legali di poter scontare la pena residua ai domiciliari, forte anche del parere favorevole della Procura nazionale antimafia.
Secondo la Dna "il contributo offerto da Brusca Giovanni nel corso degli anni è stato attentamente vagliato e ripetutamente ritenuto attendibile da diversi organi giurisdizionali, sia sotto il profilo della credibilità soggettiva del collaboratore, sia sotto il profilo della attendibilità oggettiva delle singole dichiarazioni”.
Inoltre vi erano anche le certificazioni di affidabilità della Polizia penitenziaria del carcere di Rebibbia.
Alla richiesta dei legali di Brusca si era opposta con forza la Procura generale in concordanza con quanto decretato con la sentenza del Tribunale di Sorveglianza nel bocciare la precedente richiesta degli arresti domiciliari.
"E' una lotta infinita, è sempre molto difficile presentare un'istanza per conto di Giovanni Brusca per le polemiche che inevitabilmente precedono ogni volta una decisione - ha commentato il legale Antonella Cassandro, difensore dell'ex boss di Cosa Nostra - Io prendo atto di quanto deciso dalla Cassazione e aspetto di leggere le motivazioni anche se mi rendo conto delle conseguenze importanti che ci sarebbero state in caso di accoglimento del ricorso. Io comunque non intendo mollare". "Avevo chiesto solo l'applicazione di alcune norme nei riguardi di un collaboratore di giustizia che non io ma altri hanno definito di rilevanza eccezionale per il contributo dato alle indagini e in tanti processi - ha aggiunto la penalista -. E poi deve essere chiara una cosa, la detenzione domiciliare non significa essere liberi. Avevamo un parere limpido della procura nazionale antimafia. L'autorità competente ha pure certificato il ravvedimento di Brusca. Cercheremo di capire che cosa non ha convinto i giudici di Cassazione".

Foto © Imagoeconomica

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