Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
Il "Re dei detersivi" Giuseppe Ferdico, ritenuto vicino al clan di San Lorenzo-Tommaso Natale, è stato condannato a 9 anni e 4 mesi dalla seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo. Una vicenda giudiziaria lunga e complessa quella dell'imputato arrivato a processo dopo tre richieste di archiviazione dei pm e l'imputazione coatta disposta dal Gup. Contro l'assoluzione decisa in abbreviato dal giudice dell'udienza preliminare hanno fatto ricorso per la Procura l'aggiunto Annamaria Picozzi, per la Procura generale il sostituto Umberto De Giglio.
I giudici hanno dunque accolto il ricorso del pubblico ministero e della Procura ribaltando la sentenza di assoluzione di primo grado, emessa dal Gup il 27 ottobre 2014. Ferdico è stato ritenuto imprenditore a disposizione dei boss e riconosciuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa. A carico dell'uomo c’erano le dichiarazioni di alcuni pentiti tra cui gli ex boss dell'Acquasanta, i fratelli Stefano e Angelo Fontana, che hanno rivelato di aver utilizzato le sue attività per "ripulire" 400 milioni di lire. Il nome dell'imprenditore compariva pure in alcuni pizzini sequestrati ai capimafia Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo.
Nel marzo 2017 i giudici di Palermo confiscarono il patrimonio del commerciante: 450 milioni di euro che comprendevano beni immobili, mobili, quote di società, titoli e denaro. Nel provvedimento l’imprenditore veniva definito "socialmente pericoloso”. Inoltre, i giudici citano le dichiarazioni di una serie di collaboratori di giustizia - Onorato, gli stessi Galatolo, Spataro - che lo descrivono come imprenditore "pronto a dare il suo contributo" ai clan e disposto a ripulire soldi sporchi. La sua vicinanza alle cosche gli avrebbe consentito di imporsi sul mercato e gli ha "garantito una rapida espansione e un accesso al credito bancario". "All'ascesa imprenditoriale di Ferdico - scrissero i magistrati - risulta associata la costante capacità di meritare la fiducia di numerosi esponenti di spicco della consorteria tanto da inserirsi a pieno titolo tra i riciclatori del denaro di una delle famiglie mafiose più radicate nel tessuto economico della città come quella dell'Acquasanta”.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos