di AMDuemila
L'inchiesta è quella sulla "talpa" che avvisò Zamparini
Fiamme gialle impegnate in una perquisizione anche alla Fondazione Falcone
Il capo dell'ufficio Gip di Palermo Cesare Vincenti è indagato dalla Procura di Caltanissetta con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio. Questa mattina la Guardia di finanza di Palermo ha notificato il provvedimento nel suo ufficio ed ha perquisito la sua abitazione. Secondo i pm nisseni attraverso Vincenti l'ex patron del Palermo calcio Maurizio Zamparini avrebbe appreso che c'era un ordine di arresto pronto.
Contestualmente la Finanza, ha acquisito dagli uffici gip alcuni documenti. I sospetti di una fuga di notizie sulla richiesta di arresto fatta dai magistrati palermitani che indagavano Zamparini per riciclaggio risale a maggio del 2018, quando l'ex presidente rosanero Giovanni Giammarva venne intercettato mentre chiedeva in tutta fretta un appuntamento a Zamparini, che poi avrebbe raggiunto a Varese. A 24 ore dall'incontro l'ex patron del Palermo lasciò la sua carica: le dimissioni, piovute a ciel sereno, furono alla base del motivo per cui il gip, nel frattempo chiamato a decidere dell'arresto, negò le manette per Zamparini. Per il giudice il fatto che l'imprenditore friulano non avesse più carica nella società aveva fatto venir meno le esigenze cautelari. La strana coincidenza temporale ha insospettito i pm di Palermo che, temendo una talpa all'ufficio presso cui pendeva la richiesta di manette, ha mandato le carte ai colleghi di Caltanissetta.
Nella giornata di oggi la Guarda di finanza, sempre su delega della Procura nissena, ha anche eseguito una perquisizione negli uffici della Fondazione Falcone a Palermo.
Oggetto di interesse sono gli elenchi delle classi che il 23 maggio 2017 hanno partecipato alla commemorazione del giudice Falcone all'aula Bunker dell'Ucciardone.
Il documento è stato acquisito nell'ambito dell'inchiesta di Caltanissetta sul giudice fallimentare palermitano Giuseppe Sidoti. Sidoti era nel collegio che respinse l'istanza di fallimento del Palermo calcio ed è accusato di aver pilotato la decisione in cambio di favori. Tra i "benefici" che avrebbe avuto ci sarebbe l'aver chiesto e ottenuto dall'allora presidente rosanero Giovanni Giammarva, genero di Maria Falcone, una raccomandazione per fare entrare la scuola del figlio nell'aula bunker. Come riportato dal quotidiano la Repubblica, il procuratore nisseno Amedeo Bertone e la sostituta Claudia Pasciuti hanno descritto così il fatto: “La vicenda, apparentemente banale, è in realtà estremamente significativa. Non solo perché evidentemente rileva in sé e per sé quale utilità di carattere morale percepita da Giuseppe Sidoti come remunerazione del servizio prestato alla 'Us Città di Palermo', ma anche in quanto è fortemente indicativa dell’atteggiamento di Giammarva nei confronti di Sidoti”. La Cassazione ha poi ridimensionato le contestazioni a Sidoti, ma è ovvio che l'episodio contribuisce a minare ulteriormente l'immagine della giustizia e dei movimenti antimafia perché alla fine, come il giudice aveva chiesto, i posti per quella classe e per gli insegnanti, sarebbero stati ottenuti.
Foto © Imagoeconomica