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In 10 finiti in manette con il blitz dei carabinieri

I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, questa mattina all’alba, hanno inferto un duro colpo al mandamento di Resuttanna e San Lorenzo a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare per dieci persone appartenenti alle famiglie mafiose della zona.
Il blitz delle forze dell’ordine, disposto dal gip su richiesta della Dda di Palermo, rappresenta il seguito dell’operazione Talea del 5 dicembre scorso. L’operazione aveva fatto luce sugli affari criminali basati su un giro di estorsione e racket ai danni di bar, imprese e ristoranti di Palermo. I proventi del pizzo, richiesto ad attività note della zona, dovevano servire a riorganizzare le famiglie del mandamento di Resuttana e San Lorenzo, dopo che nel dicembre scorso erano stati arrestati i suoi vertici. L’operazione Talea aveva portato all’arresto di venticinque esponenti del clan tra cui Mariangela Di Trapani, moglie di Salvino Madonia, storico alleato di Totò Riina e boss di San Lorenzo. Dopo questi arresti, è continuata l’attività investigativa grazie anche alle testimonianze di Sergio Macaluso, nuovo pentito esponente della famiglia di Resuttana, e ai racconti delle vittime delle estorsioni. Un ruolo importante nelle indagini lo ha avuto l’associazione Addiopizzo che ha supportato e tutelato i gestori delle attività coinvolte.
Grazie al lavoro di indagine coordinato da Salvatore De Luca, procuratore della Dda a Palermo, sono state emesse quattordici ordinanze di custodia cautelare di cui dieci sono state accolte dal gip Annalisa Tesoriere ed eseguite questa mattina. Tra i destinatari troviamo otto persone già detenute per mafia tra cui Giovanni Niosi e Pietro Salsiera arrestati nel blitz di dicembre, Antonino Siragusa, Michele Pillitteri, Antonino Tarallo, Giuseppe Fricano in carcere dal 2014 in seguito all’operazione Apocalisse, Mario Napoli e Salvatore Di Maio già in cella da prima. Altre due ordinanze di arresto sono state effettuate stamattina all’alba e hanno riguardato Carlo Giannusa e Antonino Cumbo. Altri esponenti del clan restano indagati tra cui Luigi Siragusa, Corrado Spataro, Vincenzo Di Maio e Sergio Napolitano, accusati a vario titolo di tentata estorsione ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Negli ultimi anni sono stati più di cento gli arresti tra gli esponenti del mandamento di Resuttana. Dal blitz di oggi si delinea un quadro ancora più preciso degli affari illeciti commessi dai clan mafiosi disposti a tutto per ritornare a riscuotere il pizzo senza nessuna concessione alle attività coinvolte. Le estorsioni in questi anni si erano caratterizzate per aggressività e serialità e si erano concentrate sulle attività i ristoranti come la pizzeria La Braciera. Grazie alle testimonianze dei titolari, nel gennaio del 2016 erano stati arrestati in flagranza di reato Domenico Mammi e Sergio Macaluso. Nel tempo entrambi hanno iniziato a collaborare con la giustizia fornendo testimonianze importanti che hanno contribuito agli arresti di oggi. Dalle indagini del gip emerge che l’attività criminosa dei mandamenti di San Lorenzo e Resuttana negli ultimi venti anni ha seguito le fortune e il declino dei clan che, indebolito da arresti, lotte interne per il comando e rifiuto di pagare il pizzo di molti imprenditori coraggiosi, nell’ultimo periodo cercava di finanziarsi attraverso estorsioni a tappeto ai danni non solo dei ristoranti ma anche di imprese edili costrette a pagare dai cinquantamila ai duecentomila euro all’anno. Non tutte le vittime di estorsione hanno confermato i fatti al gip nonostante le evidenze investigative, segno che il clima di omertà e paura prosegue nonostante tutto.

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