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messina denaro 624I boss intercettati: “patteggiare è marchio d’infamia
di AMDuemila
Sono stati convalidati i fermi di tutti i 21 boss, estortori e gregari di Cosa nostra trapanese finiti in cella la scorsa settimana nel corso del maxi blitz di carabinieri, Dia e polizia contro i clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo. I gip di Marsala e Sciacca, competenti per la convalida, hanno confermato la scelta della dda di Palermo di procedere al fermo, scelta motivato dal rischio di una nuova guerra di mafia tra i due clan. Il fermo è stato convalidato anche peri cognati del capomafia Matteo Messina Denaro, Gaspare Como e Rosario Allegra. A designarli ai vertici del clan è stato lo stesso boss latitante che li ha investiti della responsabilità di gestire gli affari della "famiglia": racket, energie rinnovabili come l'eolico, grande distribuzione alimentare e scommesse online. Convalidato anche il fermo di Carlo Cattaneo, titolare di una serie di agenzie di scommesse affiliate al portale "Betaland.it", pronto a finanziare la cosca in cambio dell'"autorizzazione" a esercitare. Resta in cella anche Vittorio Signorello protagonista di una intercettazione shock in cui, il factotum di Como rivendica la bontà della scelta di Toto' Riina di rapire e uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito strangolato dopo oltre 700 giorni di prigionia e sciolto nell'acido. Fermo convalidato anche per Antonioni Triolo e Nicola Accardo, i due postini della rete di pizzino con cui il boss latitante continua a comunicare coi suoi.
Altro dettaglio emerso nel corso delle indagini riguarda il pensiero dei boss per gli affiliati che patteggiano la pena. Un atto che viene visto come un vero e proprio marchio d’infamia. “No … scusa … Lui al patteggiamento non ci doveva acchianari (non doveva richiederlo, ndr). Non devi fare il minchia con me, giusto? Io non è che voglio dire … Lui il patteggiamento non lo doveva fare! Se tu .. eh …facevi la galera normale e uscivi da persona per bene. Se poi ti vuoi distaccare, ti distacchi", dice Giuseppe Tilotta al suo interlocutore. "Il patteggiamento puoi farlo quando sei solo, o quando siamo tutti e due .. allora tu, tramite avvocato, mi dici 'dobbiamo fare il patteggiamento, Peppe? Dobbiamo farci 8 anni l'uno? Ci facciamo 4 anni l'uno!' Ma quando ci sono altri e tu fai il patteggiamento .. la cosa è tinta!", aggiunge. E l'interlocutore conviene: "Lì è stato sbagliato" … "Ma tu non te ne accorgi? Ognuno tira per i cazzi suoi", prosegue. Il riferimento è al mafioso Vito Signorello, braccio destro del capomafia Gaspare Como, cognato di Messina Denaro. Sgnorello, dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa a lui applicata con il "patteggiamento", aveva apparentemente deciso di distaccarsi dal gruppo criminale. "Al di là del riferimento alla vicenda processuale, la conversazione rivela l'assoluto disprezzo che l'associato mafioso ha verso le istituzioni, disprezzo che, qualora lo stesso associato scelga di "patteggiare" la propria pena con lo Stato, diventa invece riconoscimento della sua autorità", scrivono i pm nel fermo. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Carlo Mariella, Gianluca De Leo, Francesca Dessì, Gerry Ferrara, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri. Convalidati i tutti i sequestri preventivi della attività economiche disposti dalla dda.

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