Il pm Guido sugli arresti odierni: “E’ stato colpito al cuore”
di Aaron Pettinari
“Matteo Messina Denaro è un latitante particolarmente diverso dagli altri che sono stati arrestati in passato. Lui sta nel territorio, mantiene il contatto con il territorio ma è anche molto mobile e per questo si richiede un’attenzione particolare su ogni dettaglio che può emergere”. Con queste parole il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi è intervenuto alla conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell’operazione Annozero che ha portato al fermo di 21 (i destinatari del provvedimento erano 22 tra cui Messina Denaro, che resta ricercato, ndr) tra boss e gregari dei clan di Mazara del Vallo e Castelvetrano. "Cosa nostra trapanese è particolarmente vitale e attiva nel controllo del territorio - ha proseguito - e continua a operare commettendo estorsioni, danneggiamenti, intestazioni fittizie e controllo di appalti". Dall'inchiesta - ha continuato Lo Voi - "è emersa la disponibilità di armi modificate per evitare comparazioni balistiche e una maniacale attenzione ai sistemi di comunicazione e alla loro protezione. I mafiosi fanno un uso particolarmente accorto dei cellulari, fanno bonifiche continue. Registriamo inoltre l'intenzione di ricorrere alla commissione di atti violenti nei confronti di pentiti e imprenditori che non sottostanno alle regole mafiose. Commenti relativi alla scomparsa di Riina con la possibile ascesa dello stesso Matteo Messina Denaro".
Lo Voi ha continuato: "Altro dato decisamente grave e inquietante che emerge dalle indagini: nonostante in passato avessero espresso disappunto per atti gravi commessi da Cosa nostra in questo caso i due soggetti che non solo giustificano ma addirittura supportano l'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, giustificata dal comportamento del padre sostenendo che è stata un'azione corretta secondo le regole di cosa nostra. Dimostrano una disponibilità a porre in essere atti di questo genere poiché giuste e corretti secondo le loro regole".
Sull’arresto è intervenuto anche il procuratore aggiunto Paolo Guido che ha coordinato l'inchiesta col procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e i pm Gianluca De Leo, Francesca Dessì, Carlo Marzella, Claudio Camilleri, Gerry Ferrara e Alessia Sinatra, ha sottolineato il rispetto e la considerazione che la famiglia Messina Denaro ancora ha tra gli affiliati.
Guido ha spiegato come “con questa indagine siamo arrivati davvero vicino al cuore del latitante nel senso letterale in quanto sono stati colpiti col fermo anche componenti della sua famiglia come i suoi cognati Como Allegra, mariti delle due sorelle di Messina Denaro, Bice e Giovanna, unici due a essere ancora liberi".
Foto © ACFB
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