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di Miriam Cuccu
L’ennesimo “no” alla richiesta di sospensione della pena

Nuovo “no” alla richiesta di sospensione della pena per Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ennesimo rifiuto arriva dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che ha respinto la richiesta di revisione dei legali difensori dell’ex senatore di Forza Italia (gli avvocati Francesco Centonze e Tullio Padovani). Solo lo scorso mese anche la corte d’appello di Caltanissetta aveva rigettato la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena, avanzata a dicembre dalla procura generale nissena.
La vicenda nasceva dalla sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo che, tre anni fa, condannò l'Italia per avere processato ingiustamente l'ex numero due del Sisde Bruno Contrada, condannato come Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Per i giudici della Cedu all'epoca dei fatti contestati a Contrada, precedenti al '92, il reato non era sufficientemente tipizzato, quindi il processo sarebbe stato celebrato illegittimamente. La pronuncia di Strasburgo, a luglio scorso, dopo una lunga battaglia giudiziaria, era stata "recepita" dalla Cassazione che ha revocato la condanna del funzionario. Il caso dell'ex numero due del Sisde e quello di Dell'Utri, anche lui ritenuto colpevole per fatti commessi prima del 1992, presentano dunque notevoli similitudini. Tanto da aver spinto i legali dell'ex senatore a rivolgersi alla Cedu, e contemporaneamente, a provare anche la strada dell'incidente di esecuzione davanti alla corte d'appello di Palermo. I giudici del capoluogo, però, rigettarono il ricorso, evidenziando l’esistenza di un “pericolo di fuga”, poiché Dell’Utri poteva essere curato presso i reparti di Servizi assistenza intensificata (Sai) previsti nelle strutture carcerarie in quanto “le patologie di cui è affetto non sono in stato avanzato”. Così gli avvocati si rivolsero alla Suprema Corte che, pur non accogliendo l'istanza ritenendo che la sentenza Contrada non potesse essere direttamente applicabile a Dell'Utri, "indicarono" la strada della revisione come l'unica percorribile. A quel punto la difesa dell'ex senatore aveva presentato istanza di revisione davanti alla corte d'appello di Caltanissetta. Mancava solo la decisione della Cedu, che oggi si è pronunciata con un ulteriore rifiuto. Al momento l’ex senatore, al quale restano meno di due anni per scontare la pena, è in detenzione ospedaliera nel carcere romano di Rebibbia.
Secondo la Cassazione Dell’Utri, condannato nel 2014, è stato per diciotto anni (dal '74 al '92) il garante dell’accordo tra Berlusconi e la mafia per proteggere interessi economici e i suoi familiari. Attualmente sull’ex senatore pende un’altra richiesta di condanna, a 12 anni, da parte dei pm del processo trattativa Stato-mafia, secondo i quali l’ex senatore è accusato di “aver fornito un consapevole contribuito alla realizzazione della minaccia” a Corpo politico dello Stato. Dell’Utri è inoltre indagato dalla Procura di Firenze, insieme a Berlusconi, in qualità di mandante esterno delle stragi del ’93.

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