di AMDuemila
“Stanotte è venuta la Dda, ci offrivano di andare via anche noi. Ma io e mia madre lo rinneghiamo. Non è più mio padre”. Sarebbero queste le parole del figlio dell'imprenditore Silvio Guerrera, uno dei capi di San Lorenzo, ma oggi collaboratore di giustizia. A svelare i retroscena della storia è stato il pentito Sergio Macaluso, ex capo mandamento di Resuttana, arrestato nell'operazione “Talea”. Alcune delle sue dichiarazioni sono state riportate quest'oggi sull'edizione palermitana di “La Repubblica”. Grazie alle rivelazioni di Macaluso, da più di venti giorni, i magistrati palermitani stanno ricostruendo la geografia del potere di Cosa nostra. Non solo. Anche gli ultimi retroscena della vita quotidiana dei clan a Palermo, come la storia di un figlio che ha rinnegato suo padre.
Informazioni preziose per i membri della famiglia mafiosa che immediatamente si attivarono anche per far scomparire eventuali prove nei loro confronti. Macaluso ha anche spiegato che il figlio di Guerrera disse anche che “la Dda gli aveva chiuso la pizzeria, una piccola attività che aveva in piazza Tommasso Natale”. Ma in realtà non era stato fatto alcun alcun sequestro di beni al pentito Guerrera. Il sospetto è che il ragazzo abbia rinnegato il padre per non perdere l’iscrizione alla cassa assistenza economica di Cosa nostra?
L'insospettabile costruttore
Il pentito ha anche raccontato di un insospettabile imprenditore edile palermitano che avrebbe chiesto aiuto a Cosa nostra per la gestione dei suoi cantieri. Il nome non l'ha ricordato ma “è molto noto a Palermo - ha raccontato ai pm Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise - ha lo studio in via Pitrè”.
Nel suo flusso di coscienza Macaluso ha raccontato i dettagli di un incontro avuto con questo imprenditore che aveva persino avviato una ristrutturazione con oltre 300 appartamenti.
C’erano questioni di pizzo da regolare ma, a quanto pare, l’imprenditore aveva anche delle amicizie giuste come quella con Mimmo Tantillo, boss di Borgo Vecchio.
Così Macaluso ha raccontato alcuni dettagli dell’incontro avuto con l’imprenditore che disse di essere in regola per aver pagato Giuseppe Fricano. Quest’ultimo, però si trovava al 41 bis così l’imprenditore, per non avere ulteriori problemi, avrebbe detto: “Guardi, siccome problemi non ne voglio avere, vi faccio un regalo su questo lavoro, un pensierino. Mimmo lo sa, quando io faccio un lavoro, mi metto a posto, ho sempre fatto così, non ho mai fatto di questi torti a nessuna famiglia. E tutti mi vogliono bene”. Infine, Macaluso, avrebbe anche parlato di altri colletti bianchi che si facevano portare la cocacina all'ippodromo.
I racconti del pentito Macaluso: così il figlio di Guerrera ha rinnegato il padre
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