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liga paoloIl nuovo reggente di Bagheria ha vissuto per anni nel trapanese
di AMDuemila
Voleva fuggire negli Stati Uniti Paolo Liga (in foto), arrestato oggi su disposizione della Dda di Palermo, nell’ambito dell’operazione che ha portato al fermo di sei presunti mafiosi bagheresi. Proprio l’intenzione manifestata dal nipote di Pino Scaduto avrebbe portato gli inquirenti ad intervenire. Lo scorso 17 gennaio Liga aveva visto i carabinieri vicino alla sua auto, una Mercedes Classe A e aveva intuito che stavano installando una microspia. "Ce ne andiamo in America vita mia? - diceva al telefono il boss - Ci vuoi andare in America?".
Liga era stato arrestato nel 2015, dopo una breve latitanza, nell'ambito dell'operazione antimafia Reset 2. Accusato di mafia ed estorsione era stato assolto dal gip e scarcerato. Dopo poco era tornato alla guida del clan. Nel corso dell'inchiesta che oggi ha portato al suo fermo è stato trovato un vero arsenale composto da pistole, fucili e mitragliette e nascosto in un terreno. Ed era lui a curare in prima persona l’acquisto delle armi.
Il dato è emerso grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. “A distanza di otto giorni dopo avere nascosto le armi - racconta il collaboratore Pasquale Di Salvo - mi mandano a chiamare sostenendo che si dovevano consegnare. Chiesi a chi avrei dovuto darle. Mi si disse: 'verrà Pietro Liga assieme a suo cognato e a suo fratello e glieli consegni a lui". Paolo Liga, fratello di un altro capomafia, Pietro, per anni ha vissuto a Mazara del Vallo, nel trapanese, ma non ha mai perso i legami con Bagheria.
Sempre secondo i pentiti era lui a tenere i contatti addirittura con la primula rossa, Matteo Messina Denaro. "Effettivamente molte, ma molte volte - ha raccontato agli investigatori il collaboratore di giustizia Sergio Flamia - anch'io vedevo che si appostavano a parlare in disparte, che lui veniva da Trapani, dalla zona di Trapani per parlare con lo zio, si vedeva che c'erano dei rapporti, però in presenza mia non hanno mai parlato di nulla". Parlando con Flamia proprio il boss Pino Scaduto si sarebbe vantato di quei contatti diretti con il padrino di Castelvetrano. “Io i cuntatti puru ci l'haiu, mi i teni me niputi Paolo (io i contatti li ho, li tiene mio nipote Paolo)" avrebbe detto al pentito.
Altro dato emerso con le indagini è che anche la sorella di Paolo Liga, Rosaria Maria avrebbe avuto un ruolo interno alla famiglia, garantendo un collegamento tra i boss detenuti e gli uomini d'onore liberi. Inoltre si sarebbe occupata delle attività estorsive. Quindi, quando il fratello Paolo era latitante, avrebbe chiesto l'intervento dei fratelli De Lisi, anche loro tra i fermati, per mettere a segno una richiesta di pizzo ai danni di un imprenditore del settore della vigilanza privata. Servivano soldi per la latitanza di Paolo, era necessario "un aiuto economico per il suo mantenimento". La donna avrebbe preteso, in più, il pagamento della somma di "10 euro per ogni vigilante al suo servizio".

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