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falcone maria web1di Francesca Mondin
Bindi, Grasso: “Cercare la verità sulle stragi”, Roberti e Lumia: “Attenzione ai nuovi scenari”

"Non gioisco per la sua morte, ma non posso perdonarlo” poiché “nessun segno di redenzione è mai arrivato”. Invece "Resta il forte rimpianto che in vita non ci abbia svelato nulla della stagione delle stragi e dei tanti misteri che sono legati a lui". Con queste parole Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nella strage di Capaci, ha commentato all'ANSA la morte del boss Totò Riina.
“Come mi insegna la mia religione avrei potuto concedergli il perdono se si fosse pentito”, ha aggiunto la sorella del magistrato, ma “per quello che è stato il suo percorso mi pare evidente che non abbia mai mostrato segni di pentimento". Infatti "Basta ricordare le recenti intercettazioni in cui gioiva della morte di Giovanni Falcone", ha sottolineato Maria Falcone riferendosi alle conversazioni intercettate qualche anno fa tra Riina e il suo compagno d'ora d'aria Alberto Lorusso. In quell'occasione il boss rideva ricordando di aver fatto fare al magistrato "la fine del tonno".
roberti franco c emanuele di stefanoAnche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo uscente, Franco Roberti, ha sottolineato come Totò Riina"è morto da capo" di Cosa Nostra e "fino alla fine non si è pentito".
Durante l'estate era stata sollevata la questione di garantire al boss “il diritto a morire dignitosamente" in seguito alla richiesta di differimento pena o, in subordine, di detenzione domiciliare presentata dai legali di Riina per motivi di salute. L'istanza venne poi rigettata dal tribunale di sorveglianza di Bologna e diversi addetti ai lavori evidenziarono come la detenzione al 41 bis e il reparto riservato ai carcerati dell'ospedale di Parma assicuravano le cure e le attenzioni necessarie a garantire la dignità al boss. "La sua condizione carceraria è stata nient'altro che la conseguenza delle sentenze di condanna. - ha ricordato oggi Roberti - Ma è stato assistito da tutte le garanzie di legge”. La dignità di Riina infatti è stata garantita “fino alla fine, anche attraverso la decisione del ministro della Giustizia di consentire ai familiari di incontrarlo nei suoi ultimi istanti di vita" ha dichiarato Maria Falcone. "Per lui - ha concluso la sorella del magistrato - questo sarà il momento più difficile perché dovrà presentarsi davanti al tribunale di Dio a rendere conto del sangue e delle lacrime che ha fatto versare a degli innocenti".

Grasso e Bindi: “Non dobbiamo smettere di cercare la verità”
grasso pietro 610 c sf"La pietà di fronte alla morte di un uomo non ci fa dimenticare quanto ha commesso nella sua vita, il dolore causato e il sangue versato. Porta con sé molti misteri che sarebbero stati fondamentali per trovare la verità su alleanze, trame di potere, complici interni ed esterni alla mafia, ma noi, tutti noi, non dobbiamo smettere di cercarla". Il presidente del Senato Pietro Grasso ha commentato con un post su Facebook la morte di Totò Riina. Il capo della cupola mafiosa che, come ha ricordato Grasso ripercorrendo la sua carriera criminale e sanguinaria, è stato “uno dei capi più feroci e spietati di Cosa nostra” la cui “strategia di attacco allo Stato ha avuto il suo culmine con le stragi del 1992, ed è continuata persino dopo il suo arresto con gli attentati del 1993".
“Non possiamo dimenticare quella stagione drammatica, - ha detto in contemporanea Rosy Bindi, bindi rosy c imagoeconomicapresidente della Commissione parlamentare antimafia - segnata dal delirio eversivo di un uomo spietato, che non si è mai pentito dei suoi crimini efferati e non ha mai collaborato con la giustizia”. Anche se Riina si è portato nella tomba misteri e segreti su stragi e omicidi mai totalmente chiariti “a noi resta il dovere di cercare le verità che per tutti questi anni Riina ha nascosto - ha sottolineato la Bindi - e fare piena luce sulle stragi che aveva ordinato. La fine di Riina non è la fine della mafia siciliana che resta un sistema criminale di altissima pericolosità".

Chi prenderà il posto di Riina?
Una morte che apre nuovi scenari ha spiegato Roberti: "Ora bisognerà vedere con molta attenzione i riflessi che la sua scomparsa avrà su Cosa Nostra, per capire chi punterà a prendere il suo posto".
Un momento delicato secondo Giuseppe Lumia, senatore del Pd, capogruppo in commissione giustizia e componente lumia giuseppe web4della Commissione parlamentare antimafia, poiché ha inizio “una fase di transizione tremenda e dagli esiti incerti”. “La sfida è in sostanza aperta. Adesso non possiamo perdere tempo. - ha affermato Lumia descrivendo i possibili scenari futuri - "Lo Stato deve saper dimostrare che sa passare dall'antimafia del giorno dopo all'antimafia del giorno prima".

In foto dall'alto: Maria Falcone, Franco Roberti (© Emanuele Di Stefano), Pietro Grasso (© S. F.), Rosy Bindi (© Imagoeconomica) e Giuseppe Lumia

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