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caserma gcarini autoC'è anche il boss Pino Scaduto. Ricostruite estorsioni a imprenditori
di AMDuemila
Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 persone accusate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata. L'operazione, denominata “Nuova Alba”, ha visto impegnati oltre 100 carabinieri, insieme alle unità cinofile e ad un elicottero del 9° Nucleo di Palermo. L'ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura. Per alcuni degli indagati, già detenuti, il provvedimento è stato notificato presso le Case circondariali di Palermo, Tolmezzo (UD) e Prato.
Le indagini hanno consentito di accertare l’appartenenza di alcuni soggetti a Cosa Nostra, oltre a documentare alcune estorsioni commesse da affiliati ai danni di imprenditori nel territorio di Bagheria e nei comuni limitrofi. Ricostruiti inoltre i mutevoli equilibri mafiosi del mandamento di Bagheria, sempre capace di rigenerarsi dopo ogni operazione di polizia con l’immediato rimpiazzo dei soggetti arrestati.
Nell’ordinanza viene contestata ad alcuni indagati l’appartenenza alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia (PA), che avrebbero selezionato le vittime di estorsione e poi riscosso le somme di denaro. I soggetti si sarebbero poi occupati del sostentamento degli affiliati detenuti in carcere e della gestione monopolistica delle mediazioni immobiliari, imponendo provvigioni superiori a quelle di mercato.
Accertate inoltre una pluralità di condotte estorsive compiute da esponenti apicali del mandamento di Bagheria nei confronti di imprenditori locali operanti nel settore edile e nella fornitura di acqua minerale. I commercianti sono stati costretti a consegnare ingenti somme di denaro per il “pizzo”, oltre ad essere obbligati ad assumere soggetti contigui all’organizzazione mafiosa.
Tra gli arrestati anche Giuseppe Scaduto, già arrestato nel 2008 nell’operazione “Perseo”, quando, al vertice del mandamento di Bagheria, emergeva per il ruolo di promotore nella ricostruzione della Commissione Provinciale di Cosa Nostra. Dallo scorso aprile Scaduto è tornato in libertà, a seguito di un lungo periodo di detenzione. Scaduto avrebbe ordinato di uccidere la figlia perché quest'ultima avrebbe avuto una relazione con un maresciallo dei carabinieri. "Tua sorella si è fatta sbirra", diceva il boss al figlio. Ma il giovane, 30 anni, temeva di finire in carcere. “Io ho 30 anni e non mi consumo per lui”, diceva ad un amico intercettato dai carabinieri.
Il provvedimento è stato poi notificato in carcere a Giacinto Di Salvo, altro esponente di spicco della consorteria mafiosa, a capo del mandamento di Bagheria dal 2011 fino al maggio 2013, quando venne arrestato nel blitz “Argo”. Le indagini avevano permesso di ricostruire la sua ascesa da capo famiglia a reggente e cassiere del mandamento.
Tra gli altri arrestati spiccano Giovanni Trapani, ritenuto fino al 2010 a capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi e destinatario di misura cautelare nell’ambito dell’operazione “Iron Men”, insieme a vertici storici della famiglia di Altavilla Milicia del calibro di Franco Lombardo - ritenuto il capo della famiglia mafiosa tra il 2011 e l’ottobre 2012 e, per breve periodo, reggente del mandamento di Bagheria - e di Michele Modica, a capo della famiglia di Altavilla Milicia fino al giugno 2014, quando venne arrestato nell’operazione “Reset”.
''Nel contesto delle illustri scarcerazioni, dopo il ritorno in carcere di Giulio Caporrimo, ora è stato il turno di un altro reggente, Pino Scaduto, uscito lo scorso aprile. Entrambi sono emersi alle cronache giudiziarie per aver tentato, dopo il capo dei capi, Totò Riina, a ricostruire forme alternative di un'organizzazione di vertice di cosa nostra''. L’ha dichiarato il colonnello Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. ''In particolare, negli anni 2007-2008, Scaduto, insieme a Benedetto Capizzi - ha proseguito Di Stasio - era stato il promotore del progetto di ricostituzione della commissione provinciale di Palermo. Mentre Caporrimo aveva organizzato, nel 2011, l'incontro di 'Villa Pensabene' riunendo tutti i capi mandamento del capoluogo siciliano. Ancora una volta, è risultata premiante la sinergia tra la Procura e i Carabinieri e la solerzia degli organi giudicanti. Una ulteriore conferma che lo Stato c'è".

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