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guttadauro giuseppedi AMDuemila
“Patti avanti e amicizia lunga, come dice sempre mio padre”. “Tu devi pensare che a Gela hai una famiglia tu. E io ho una famiglia là. Fra noialtri non ci deve essere né mio né tuo”. E’ questo uno scambio di battute intercettato tra Francesco Guttadauro, figlio di Giuseppe Guttadauro (in foto), ex aiuto primario del Civico di Palermo diventato capo del mandamento di Brancaccio, e l’imprenditore Carmelo Giannone (tra gli arrestati del blitz di ieri che ha portato all’arresto di 37 persone), emissario del clan Rinzivillo.
Secondo quanto emerso dalle indagini delle Procure di Caltanissetta e Roma le due famiglie mafiose erano in affari nel settore ittico con esportazioni dal Marocco.
Giuseppe Guttadauro, che non compare nell’elenco degli indagati, il cui fratello Filippo è cognato del superlatitante Matteo Messina Denaro, è uno degli scarcerati eccellenti del Gotha mafioso.
Attualmente vive a Roma dove si dedicherebbe ad opere di volontariato.
Ma i contatti tra Totò Rinzivillo e Francesco Guttadauro sono anche diretti. È il primo (scarcerato nel 2013), con i fratelli Antonio e Crocefisso in carcere al 41 bis, ad aver preso nelle mani il clan a Gela.
E’ lo stesso Rinzivillo a descrivere i Guttadauro come “persone intelligentissime” ed importanti. “Un si ponu tuccari sti famighi” (non si può toccare questa famiglia, ndr) diceva un un’occasione.
messina denaro matteo 600E nell’indagine non manca il riferimento alla primula rossa trapanese, Matteo Messina Denaro. In una conversazione è Giannone a parlare degli affari che la famiglia gelese aveva nella zona di Mazara del Vallo. Affari che, secondo quanto avrebbe riferito Rinzivillo, erano garantiti da “uno buono”. Secondo gli inquirenti potrebbe essere proprio un riferimento al boss di Castelvetrano anche se la conversazione in quel punto è disturbata.
E nell’inchiesta non mancavano i contatti con insospettabili come l’avvocato romano Giandomenico D’Ambra, accusato di “concorso esterno” perché sospettato di aver ripetutamente collaborato con Rinzivillo nei suoi traffici illeciti, e due carabinieri - uno transitato ai servizi segreti e l’altro in forza al Ros - inquisiti per accesso abusivo alle banche dati delle forze dell’ordine, con l’aggravante di agevolare i mafiosi.

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