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raimondi bennardo 700 effdi Francesca Mondin
Appello dell'artigiano per esporre a Rimini: “Non ho i soldi per il viaggio, qui a Palermo vivo nell'indifferenza e nell'isolamento”

“Non voglio più chiedere l'elemosina davanti alle chiese, non ce la faccio più, a volte le persone ti buttano lì due centesimi, altre ti cacciano via. Tutto questo è umiliante”. E ancora: “Io chiedo solo di poter lavorare. Prima di finire vittima di usura avevo un'attività di ceramiche artigianali, dopo ho perso tutto e ora qui a Palermo mi negano gli spazi all'interno di fiere ed eventi per esporre i miei lavori. Ora avrei la possibilità di partecipare ad una fiera il 7-8-9 luglio a Rimini ma non ho i soldi per andarci”. A parlare è Bennardo Raimondi, imprenditore artigiano di Palermo esperto ceramista e presepista con oltre 40 anni di esperienza alle spalle che agli inizi del 2000 è caduto vittima della macchina infernale dell'usura e del racket. Gli strozzini e le richieste sempre più esose, lo hanno portato nel giro di pochi anni a licenziare i suoi dipendenti e perdere tutto: “L'azienda, gli strumenti di lavoro, la casa e anche amici e parenti - racconta -, per loro non esisto più, mi hanno chiuso la porta in faccia dopo le denunce”. Sì, perché Bennardo dopo le minacce e le intimidazioni ha trovato il coraggio di denunciare tutto alle forze dell'ordine e far arrestare i suoi strozzini ma “ora vivo tra isolamento, umiliazione e indifferenza perché è molto più forte la cultura 'mafiosa' per cui è più comodo avere un amico boss che un testimone di giustizia o una vittima di mafia”. Secondo l'artigiano infatti il problema è in gran parte culturale e sociale “ancor prima della crisi economica siamo di fronte ad una crisi dei valori che si trascina quella dell’economia. Secondo me è importante valorizzare la tradizione culturale e artistica locale, ci sono mestieri che si stanno perdendo nell'indifferenza più totale. A me piacerebbe insegnare ai giovani questo mestiere prima che si perda del tutto, e come il mio ce ne sono molti altri in Sicilia che si vanno perdendo”. Bennardo avrebbe anche dei progetti culturali e sociali per valorizzare quest'arte e coinvolgere i giovani e i bambini in laboratori manuali ma “i progetti che ho presentato per avere uno dei tanti immobili sequestrati alla mafia in disuso da anni sono caduti nel vuoto” così come “le mie richieste di aiuto ad associazioni e istituzioni”. La storia di Bennardo è una delle tante storie italiane di imprenditoria locale schiacciata dalla crisi e da un sistema basato sulla moneta più che sull'arte, a cui si aggiunge anche il contesto di omertà mafiosa.raimondi bennardo vert “A Palermo c’è un monopolio di artigiani - spiega Bennardo - mi sono spesso sentito rispondere che non c'è spazio per me in molte fiere ed eventi all'insegna della legalità e dell'arte. Addirittura a Ballarò, il mercato antico di Palermo dove stanno valorizzando gli antichi mestieri, hanno rifiutato la mia richiesta dicendomi: 'La sua partecipazione ci potrebbe mettere in imbarazzo' e lì ho capito che a Palermo io do fastidio”. Le porte in faccia, dice il ceramista, le ha ricevute anche dalla chiesa a volte. Nonostante Papa Francesco in persona lo abbia chiamato per esprimergli la sua vicinanza e sostegno “ci sono parroci qui che hanno paura ad ospitarmi, il vescovo di Palermo non ha risposto ad alcuna delle mie lettere e richieste”, dice Bennardo. Ecco perché più volte il ceramista ha provato ad andar via dalla Sicilia ma “ho cinque persone a carico, mio padre non cammina e mio figlio in passato è stato molto male, ma senza un fondo d'investimento non posso andare da nessuna parte”. Eppure uscire dalla Sicilia per Bennardo comporta riuscire a sostenersi perchè sebbene a Palermo non venga valorizzato il suo lavoro e le sue scelte fuori dall'isola “non solo sono apprezzate, ma riesco a lavorare e vendere le mie creazioni”. Per questo l'invito di partecipare ad una fiera a Rimini rappresenta un'ancora di salvezza per l'artigiano: “Un amico mio carissimo, anche lui vittima di mafia è riuscito ad organizzare degli spazi dove esporre e vendere le mie ceramiche, ma non so dove trovare i soldi per arrivare a Rimini con tutta l'attrezzatura”, spiega l'artigiano. Ancora una volta Bennardo, rassegnato ai silenzi istituzionali, fa quindi appello ai singoli cittadini per raccogliere donazioni e comprare le sue ceramiche: “Chiedo a chi può e vuole aiutarmi di comprare alcune dei miei lavori così che possa affrontare le spese per il viaggio. Vi chiedo questo gesto di solidarietà, un piccolo acquisto delle mie opere, una piccola cifra che moltiplicata per tanti potrà dare speranza alla mia famiglia”.

Acquisto solidale: "Aiutiamo l'artigiano Raimondi"

La pagina facebook di Bennato Raimondi

Website: bennardomarioraimondi.weebly.com

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