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riina salvatore big4Per Procura generale di Firenze fu il mandante della strage
di AMDuemila
Chiesto l’ergastolo per Totò Riina in qualità di mandante della strage del Rapido 904 del 23 dicembre 1984, che causò 16 morti e oltre 260 feriti sul treno Napoli-Milano. A fare la richiesta la procura generale di Firenze, al processo celebrato davanti alla corte d'assise d'appello presieduta da Salvatore Giardina. Nel 2015 il boss corleonese, in primo grado, era stato assolto dall'accusa di essere il mandante e di aver concorso alla "strage di Natale”.
Il pg Vilfredo Marziani, durante la requisitoria, ha sottolineato le contraddizioni della sentenza di primo grado, in particolare l'incoerenza della descrizione di un quadro omertoso e mafioso in cui maturò la strage, rispetto all'assoluzione poi decisa per Riina. Il pubblico ministero fiorentino, Angela Pietroiusti, ha invece richiamato una serie di fatti, tra cui la circostanza che l'esplosivo usato per la strage, il Semtex 4, risultò dalle indagini uguale a quello nella disponibilità dei fedelissimi di Riina. Pietroiusti ha inoltre riferito l'attentato del 904 alla stagione stragista mafiosa che iniziava in quel periodo e che fu la reazione contro lo Stato ai colpi inflitti alla mafia a metà anni Ottanta, a partire dalla collaborazione di Tommaso Buscetta. Altra circostanza evidenziata dal pm i rapporti con Pippo Calò, il “cassiere" di cosa nostra, di Riina. Secondo l’accusa, già in quegli anni il boss corleonese si era assicurato un controllo ferreo della mafia siciliana, per cui ogni iniziativa che avesse coinvolto qualcuno dei suoi soldati a lui non sarebbe potuta sfuggire, sotto pena della morte.
Riina, assente in aula, ha seguito il processo in videoconferenza dal carcere, insieme al suo difensore Luca Cianferoni. L'avvocato ha segnalato ai giudici l'esigenza di non proseguire l'udienza per l'intera giornata a causa delle condizioni di salute del suo assistito. Il processo proseguirà quindi il 7 ed il 15 giugno.

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