di AMDuemila
Un fazzoletto di carta usato all’interno del quale ci sarebbero state delle indicazioni per l’imprenditore di Alcamo Vincenzo Artale. E’ questo il “pizzino” trovato in carcere, nella cella dell’imprenditore ritenuto vicino al boss di Castellammare del Golfo Mariano Saracino (considerato il mittente del pizzino). Il fatto risale a quasi un’anno fa, poco dopo il blitz antimafia “Cemento del Golfo”, ma è emerso solo ora durante il processo in corso a Trapani contro gli indagati arrestati nell’ambito dell’operazione dei carabinieri. Il presidente del Tribunale di Trapani, nel rigettare la richiesta degli avvocati del boss Saracino di revocare il divieto d’incontro tra il loro assistito e altri due imputati, ha fatto riferimento al parere negativo della Procura distrettuale antimafia di Palermo. La quale ha messo nero su bianco il caso del “pizzino” scoperto dalla Polizia Penitenziaria nella cella di Artale. Le indagini sul caso sono ancora in corso anche per scoprire chi può aver fatto da “postino” all’interno del carcere.
Una vicenda che sembra dimostrare il legame tra il boss e l’imprenditore Artale, famoso per essere stato socio dell’associazione antiracket di Alcamo mentre era vicino agli ambienti mafiosi locali. Secondo le indagini l’impresa di Artale sarebbe stata favorita grazie ai suoi contatti con Cosa nostra. Quando l'imprenditore fu arrestato fece molto scalpore perché anni addietro aveva denunciato alcuni mafiosi per estrosione mentre ora è accusato di essersi messo in affari con il boss di Castellammare del Golfo.
Proprio ieri sarebbe dovuta esserci l’udienza del processo ma è saltata per sciopero degli avvocati ed è stata rinviata al 4 maggio.
Mafia: trovato un pizzino nella cella dell'imprenditore Artale
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