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ventura giovanbattistadi AMDuemila
Un anno e otto mesi di carcere è questa la condanna che il Tribunale di Ragusa (presidente Vincenzo Saito, a latere Vincenzo Ignaccolo e Ivano Infarinato) ha deciso per il boss di Vittoria Giambattista Ventura (in foto), accusato di tentata violenza privata nei confronti del giornalista dell'Agi e direttore del sito “La Spia”, Paolo Borrometi.
I pentiti di mafia Giuseppe Pavone, Giuseppe Doilo e Rosario Avila avevano confermato lo spessore criminale di Ventura, definito "ù ziu, quello che comanda a Vittoria".
I giudici hanno escluso l'aggravante del metodo mafioso e assolto l'imputato da uno dei capi d'accusa, quello relativo all'episodio 'Agenzia funebre Ventura'. Annullata l'efficacia degli arresti domiciliari e disposta la scarcerazione di Ventura se non detenuto per altra causa.
Il Pm Valentina Sincero ne aveva chiesto la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione. I difensori, gli avvocati Di Stefano e Catalano, ne avevano chiesto l'assoluzione. Il Tribunale di Ragusa ha anche stabilito un risarcimento danni di 25.000 euro a Borrometi, oltre a 5.000 euro di spese processuali. Disposti anche i risarcimenti di parte civile, da 2.500 euro ciascuno, più 3.000 euro di spese processuali, alla Federazione nazionale della stampa, assistita dall'avvocato Francesco Paolo Sisto, all'Ordine nazionale dei giornalisti, rappresentato dall'avvocato Enrico Trantino, e al Comune di Vittoria, presente con il penalista Giuseppe Seminara. Rigettata la richiesta dell'Ordine regionale dei giornalisti di Sicilia perché il risarcimento (1 euro la richiesta) è stato riconosciuto all'Ordine nazionale.
Dopo la condanna sono intervenuti il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti che hanno detto: “E’ una sentenza storica. Chi minaccia un giornalista, in questo caso Borrometi, minaccia il diritto di cronaca e indebolisce il diritto dei cittadini a essere informati. Per questo va perseguito in tutte le sedi, non lasciando soli i colleghi minacciati". La Fnsi si era costituita per la prima volta parte civile con l'Ordine nazionale dei giornalisti. "Siamo soddisfatti - hanno commentato gli avvocati della Fnsi, Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto - perché il giudice di Ragusa ha riconosciuto, insieme con la responsabilità penale dell'imputato, anche e soprattutto il diritto della Federazione nazionale della stampa italiana al risarcimento del danno, così riconoscendo la piena legittimazione della Fnsi a sostenere in proprio i diritti dei giornalisti colpiti da comportamenti di rilevanza penale. Si tratta di una sentenza storica". "E' stato affermato un principio importante. L'Ordine sarà sempre al fianco dei giornalisti intimiditi", ha detto l'avvocato Nino Caleca che a nome dell'Ordine regionale dei giornalisti aveva chiesto il risarcimento simbolico di un euro. La richiesta è stata però rigettata perché assorbita dal risarcimento riconosciuto all'Ordine nazionale.
Sulla sentina di condanna ha anche detto la sua il senatore Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia: “La condanna inflitta a Giambattista Ventura tutela Paolo Borrometi, un giornalista serio e rigoroso minacciato per aver raccontato la realtà di Vittoria e del ragusano. Con le sue inchieste ha denunciato i tentativi di condizionare un'economia virtuosa Ho sostenuto il prezioso lavoro svolto da Paolo e continuerò a sostenerlo perchè l'impegno contro le mafie passa anche da una sana e coraggiosa attività di informazione".

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