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messina denaro patrizia matteoLe motivazioni dei giudici di Palermo per l'aumento della condanna
di AMDuemila
“Mi chiamo Messina Denaro e a me non mi rompe niente nessuno”. Non sono parole di Matteo, “primula rossa” di Castelvetrano ricercato da oltre vent'anni, ma della sorella Patrizia, che così si rivolgeva ad un'altra donna. Un ruolo di prim'ordine, il suo, in seno alla famiglia criminale, descritto dai giudici della Corte d'Appello di Palermo che hanno modificato in senso peggiorativo la condanna del Tribunale di Marsala per la sorella del boss, al processo Eden: 14 anni e 6 mesi, un anno e mezzo in più rispetto alla sentenza di primo grado.
Secondo le motivazioni dei giudici, scrive Il Giornale di Sicilia, Patrizia Messina Denaro “ha dimostrato un inserimento stabile e sistematico nell'organizzazione mafiosa” e a tutti gli effetti “può essere considerata una donna d'onore”. Era lei che, fino al giorno prima dell'arresto nell'operazione “Eden”, gestiva e suddivideva i guadagni del clan, ma soprattutto faceva da anello di congiunzione tra il fratello e l’ambiente criminale, tra cui il marito Vincenzo Canicola, detenuto. Come per il caso dell’imprenditore Giuseppe Grigoli, legato a Messina Denaro, a cui è stata confiscata la catena di supermercati Despar, e che secondo una voce avrebbe vuotato il sacco con i carabinieri. Il boss latitante, però, aveva ordinato di non toccarlo “perché se parla può fare danno”. E Patrizia aveva riferito al marito in carcere. Anche se aveva aggiunto a Panicola: “Se dipendeva da me avrei saputo cosa dire...” alludendo al fatto che avrebbe approvato il “blitz punitivo”.
Per chiarire perchè i giudici hanno deciso di aggravare la pena per la Messina Denaro, la Corte d'Appello palermitana ha fatto riferimento alle conversazioni intercettate nell'abitazione, poiché anche per le altre donne della famiglia Patrizia era “donna d'onore”, con un ruolo superiore a quello dei mafiosi, compreso il marito, che “sebbene potesse essere considerato a pieno titolo un mafioso e dunque degno di rispetto - scrivono i giudici - allorché si rivolgeva alla Messina Denaro per sapere se si potesse procedere al pestaggio” di Grigoli “attribuiva alla moglie un ruolo superiore al suo”. Nella modifica della condanna - per associazione mafiosa, e non per concorso esterno - sono stati accolti i ricorsi del pg Mirella Agliastro e dei pm Paolo Guido e Carlo Marzella

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