di AMDuemila
Nel 1994 coinvolto nel più ingente sequestro in Italia
Ventuno anni per traffico internazionale di droga ed una multa di oltre 200mila euro. E’ questa la sentenza emessa dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino nei confronti di Alfonso Caruana, meglio noto come il “boss dei due mondi”. Caruana, che secondo la rivista Fortune era una delle persone più ricche del mondo, è ritenuto dagli inquirenti come uno dei più pericolosi narcotrafficanti internazionali.
Attualmente è detenuto in Sicilia ed avrebbe dovuto finire di scontare la propria pena nell’ottobre 2019, ma con la nuova condanna, emessa ieri, resterà in carcere.
Nei suoi confronti il Procuratore generale Elena D’Aloisio aveva chiesto trent’anni di reclusione. Secondo l’accusa Caruana era l'ultima costola dell'inchiesta Cartagine, dal nome del porto colombiano da cui partì un carico di cinque tonnellate di droga intercettate dai carabinieri a Borgaro Torinese nel marzo del 1994.
Un’operazione che a distanza di 23 anni è considerata ancora oggi il più ingente sequestro di stupefacente mai effettuato in Italia ed è una delle più importanti e delicate condotte dalla procura di Torino sul traffico internazionale di droga e sulla malavita organizzata in Piemonte.
In quell’inchiesta storica si svilupparono più filoni. In uno di questi venne anche svelato il coinvolgimento di “Pc” Farias, il braccio destro del defunto ex presidente del Brasile Fernando Collor De Mello, morto in circostanze misteriose nel '95 e in odore di legami con i narcos.
Alfonso Caruana, ritenuto il capo indiscusso della famiglia mafiosa Caruana-Cuntrera, era stato indicato già da Giovanni Falcone come personaggio di rilievo nel mondo del narcotraffico. Originario di Siculiana (Agrigento) ed emigrato a Montreal alla fine degli anni Sessanta, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nello spostare tonnellate di cocaina e di eroina dal Sudamerica in Europa.
Ma i suoi legami non si esaurivano solo con Cosa nostra siciliana ma anche con la ‘Ndrangheta, che nel tempo ha ottenuto il primato sul controllo del traffico internazionale di stupefacenti.
Il “boss dei due mondi”, assolto in primo grado per gli insufficienti elementi a suo carico, dal luglio 1998 era detenuto in Canada, dove aveva patteggiato una condanna a diciotto anni. L'estradizione dal Nord America è giunta solo dopo anni di battaglie legali. Un estenuante duello giuridico sull'applicazione dei trattati internazionali vinta dall'ex procuratore generale Marcello Maddalena che ha reso così possibile il nuovo processo torinese.