26 anni dopo l’attentato fare memoria di un magistrato “credibile”
di AMDuemila
“Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma quanto siamo stati credibili”. Già in queste parole si misura la grande umanità di un magistrato, Rosario Livatino, che aveva ben presente come solo il concorso di tutti avrebbe potuto migliorare e qualificare la nostra democrazia e con essa l'amministrazione della giustizia.
Fu la prima vittima illustre di una stagione, quella degli anni Novanta, nella quale morirono personaggi, servitori dello stato, del calibro di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Libero Grassi, Antonino Scoppeliti.
La storia del “giudice ragazzino” è stata raccontata le scorse settimane nell’ultima puntata del ciclo “L’altrastoria”, in onda ogni terzo mercoledì del mese su Radio In 102 nato sulla cooperazione tra “L’altroparlante”, Scorta civica, ANTIMAFIADuemila ed MP (Movimento Poliziotti Democratici Riformisti). In studio gli speaker de "L'altroparlante", Mauro Faso e Dario Costantino, Aaron Pettinari (ANTIMAFIADuemila), il Segretario Generale Provinciale di MP Giovanni Assenzio e Alfredo Russo, membro di Scorta civica hanno voluto approfondire le varie fasi della vita del magistrato. In collegamento telefonico Salvatore Insenga, editore di Palermo e primo cugino del giudice Livatino.
''L'altrastoria'' ricorda Livatino, il giudice ragazzino
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