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guardia di finanza soldi gioielliEra socio di Vito Ciancimino. Prima collaborazione tra Italia e Principato di Andorra
di AMDuemila
Era il socio di Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo vicinissimo ai corleonesi di Riina e Provenzano. Oggi per i familiari di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana, la Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato nel Principato di Andorra somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro, disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, è scattato contro la moglie Maria D’Anna e le figlie Monia e Antonella. Si tratta della prima collaborazione tra Italia e Principato di Andorra "in una cornice di reciproca assistenza giudiziaria".
Brancato nel corso degli anni aveva effettuato investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GAS NATURAL”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato.
Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato.
L’attività investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato, nell’anno 2013, ha aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno.
Ricostruendo i movimenti finanziari i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta da Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi ritenuti ricavati di attività illecite. In occasione del sequestro di prevenzione è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai Sostituti Procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale (emesso dal gip di Palermo) con il quale si dispone il sequestro preventivo delle somme, già disposto nel mese di agosto 2016 ed annullato dal Tribunale del Riesame.

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