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messina denaro 624di Francesca Mondin
Lo si cerca da oltre 24 anni, sulla sua latitanza e sulle sue possibili protezioni sono stati fatti grossi interrogativi e riflessioni. Negli ultimi anni le forze dell'ordine e la magistratura hanno arrestato uomini e donne vicini a Messina Denaro cercando di fare terra bruciata attorno al boss di Castelvetrano. Oggi, da alcune intercettazioni riportate dal quotidiano “La Repubblica” sembrerebbe che la “primula rossa” di Castelvetrano possa godere di una o più talpe all'interno, o vicino ad ambienti istituzionali. Nelle intercettazioni, risalenti all'estate di quattro anni fa, si scopre che una talpa spifferava notizie riservate ai capi mafia trapanesi mettendo in allerta soggetti implicati nelle indagini sui complici di Matteo Messina Denaro. Gli interlocutori sono il boss Vito Gondola e l'imprenditore Carlo Loretta. Il primo capomafia di Mazara del Vallo che le indagini hanno dimostrato essere in contatto con il superlatitante per spartirsi appalti e risolvere controversie. Il secondo è stato arrestato assieme al fratello Giuseppe lo scorso dicembre nell'operazione “Ermes2”, blitz che portò all'arresto di 11 persone ritenute vicino a Messina Denaro.
I due vengono intercettati all’interno dell’officina di Baldassare Di Gregorio, boss di Mazzara del Vallo mentre Gondola cerca di mettere in guardia Loretta: “Stai attento, apriti gli occhi”. Ed è lo stesso imprenditore che nel rispondere al boss, dimostra di essere stato avvisato di prima mano da qualcuno di ben informato: “Quando sono salito dal mare, l’altro giorno... mi ha fatto sapere che mi stanno facendo accertamenti, mi ha detto: 'Stai attento ddocu... ti dovrebbero mettere pure implicato', dice... in base a... perché a toglierti l’azienda ci stanno niente”. Il nome dell'informatore putroppo non si riesce a decifrare perchè la conversazione è disturbata. Dalle parole di Loretta, appare però che questa persona potesse avere accesso ad informazioni delicatissime e riservate come quelle sui complici di Matteo Messina Denaro. Tanto da riuscire a verificare quale procura seguiva l'indagine, se quella di Trapani o la procura distrettuale antimafia: “Dice ora mi accerto se sono le misure di prevenzione, o se è un accertamento che stanno facendo a Palermo” spiega Loretta al capomafia.
Già quattro anni prima di essere arrestato Loretta sembra sapere di essere coinvolto nelle indagini su (SUL) super latitante di Caselvetrano: “Lo stanno facendo per quello che vanno cercando... mi ha capito?” dice riferendosi molto probabilmente a Matteo Messina Denaro.
Carlo e Giuseppe Loretta a dicembre hanno raggiunto in carcere il fratello Giovanni, già arrestato nella prima operazione “Ermes”, così come sono state sequestrate le loro società e aziende.
Il nome della talpa però al momento resta ancora un mistero. Nonostante gli inquirenti abbiamo provato a ricostruire i movimenti dei due fratelli attraverso i tabulati telefonici e nonostante siano stati compiti alcuni accertamenti per scoprire la provenienza delle soffiate.
La questione sulla presenza di una talpa in Procura era emersa già due anni fa, quando qualcuno informò la Dia della possibile esistenza di una talpa all'interno della Procura di Palermo, svelando anche un progetto mafioso di attentato nei confronti del pm Teresa Principato.

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