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miniera ex pasquasiaL'appalto per la bonifica della ex miniera
di AMDuemila
Imprenditori, professionisti, funzionari pubblici. Tutti indagati in quanto avrebbero cercato di accaparrarsi indebitamente l'appalto per la bonifica del sito minerario di Pasquasia (Enna): un affare da 8 milioni di euro.
Sono 11 le misure cautelari eseguite dai carabinieri di Enna nell'operazione di ieri sul traffico di rifiuti e la corruzione per la bonifica della ex miniera. Tra le persone coinvolte anche un dirigente ed un ispettore del Corpo forestale della regione siciliana. L'inchiesta della Procura di Caltanissetta ruota attorno all'appalto per i lavori di bonifica aggiudicati alla società "1 Emme" di Bergamo, gestita dal calabrese Pasquale Gattuso. Contestati, a vario titolo, i reati di smaltimento di rifiuti tossici, peculato e varie ipotesi di falso, ad alcuni anche il concorso esterno in associazione mafiosa, per avere agevolato Cosa nostra, grazie all'assunzione pilotata di lavoratori, o favorendo l'impiego di ditte vicine all'organizzazione criminale. Invece di portare via amianto e cemento dalla ex miniera, i mezzi della "1 Emme" già poco dopo aver ottenuto l'appalto avrebbero prelevato 100 tonnellate di eternit in pannelli, diretti a Livorno, per essere smaltiti con modalità e in luoghi ignoti.
Gli inquirenti, questa volta, sono intervenuti prima che l'affare andasse in porto, cioè prima che, grazie al pagamento della tangente, i rifiuti tossici fossero smaltiti illegalmente. Tra gli arrestati Diego Mammo Zagarella, colui che era stato incaricato di assegnare l'appalto, e che contava di ottenere insieme ai suoi soci una tangente da 120mila euro. La tangente doveva essere mascherata da consulenza mai effettuata per uno studio topografico affidata alla società di consulenze Archeoambiente, riconducibile ai fratelli Zagarella, Diego e Salvatore. Poi c'è Gaetano Bognanni, dirigente del Corpo forestale, al quale dovevano essere consegnati 50mila euro, più una Mazda MX5. Tra i materiali oggetto dell'affare illecito, rame e materiale ferroso gestito dalle famiglie mafiose delle province di Enna e Catania.
Ad intascare il denaro promesso solo Bognanni e l'ispettore Vincenzo Ferrarello, suo sottoposto. I due, infatti, si sarebbero dovuti occupare di controllare se l'operazione di bonifica proseguisse con regolare svolgimento, e avrebbero invece ottenuto 80mila euro, consegnati in più step.
Contestato il concorso esterno in associazione mafiosa per tre imprenditori: Antonino e Michele Berna Nasca e Giacomo Aranzulla. I tre sarebbero vicini alle famiglie mafiose locali. Nello specifico Aranzulla, capocantiere, "era stato prescelto dal titolare dell’azienda vincitrice dell’appalto proprio per trattare, come si doveva, le tante richieste che ci si attendeva sarebbero arrivate dalle imprese della zona". L'uomo avrebbe inoltre accettato la presenza di manodopera indicata da Cosa nostra.
Il giro d'affari che riempiva le tasche di tutti era stato già stoppato con l'ultimo sequestro della miniera, nel 2014, per opera della Dda di Caltanissetta, la quale aveva predisposto alcuni accertamenti così da verificare se nel sottosuolo fossero presenti materiali tossici o radioattivi. Gli inquirenti hanno poi spiegato che a Pasquasia esiste "un ampio deposito di sali potassici residuo della pregressa attività estrattiva, con materiale di bassa radioattività che non era oggetto dell’appalto".

Gli indagati
Giacomo Aranzulla, 60 anni, di Mirabella Imbaccari (Ct), Antonino Berna Nasca, 36 anni, di Nicosia (En); Michele Berna Nasca, 43 anni, di Nicosia ma residente a Catania, imprenditori raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere. Agli arresti domiciliari Gaetano Bognanni, 54 anni, di Enna, dirigente del Corpo forestale addetto ai controlli sulla bonifica della miniera, Vincenzo Ferrarello, 54 anni, di Enna , Diego Mammo Zagarella, 51 anni, nato a Torino ma residente a Palermo; Rosario Consiglio, 60 anni, di Piazza Armerina (En), Pasquale Gattuso, 53 anni, di Reggio Calabria residente a Villa D'Adda (Bg), titolare della societa' "1 Emme" aggiudicataria dell'appalto. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Eugenio Vecchio, 48 anni, di Catania residente a Porto Empedocle (Ag), Salvatore Mammo Zagarella, 49 anni, di Favara (Ag) e Giuseppe Costanza, 38 anni, di  Palma Montechiaro (Ag), ispettore del Corpo forestale regionale.

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