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marcatajo marcelloEra accusato di aver riciclato i soldi dei boss
di Aaron Pettinari
E’ deceduto nella notte, all’età di 69 anni, l’avvocato Marcello Marcatajo, indagato e arrestato dagli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, con l’accusa di riciclaggio aggravato, intestazione fittizia di beni e reimpiego di denaro di provenienza illecita, insieme ad altre otto persone, a conclusione di un'indagine della Procura antimafia. Il civilista era stato poi scarcerato proprio a causa del grave stato di salute in cui si trovava che non rendevano compatibile la detenzione domiciliare.
Secondo la Procura di Palermo, nello specifico, il professionista avrebbe riciclato i soldi della famiglia Graziano, alleata coi Galatolo collegati coi Madonia, della zona Acquasanta-Resuttana.
Secondo i pm Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia, coordinati dal procuratore Franco Lo Voi e all'aggiunto Vittorio Teresi, "fungeva da 'salvadanaio' di un gruppo affiliato a Cosa nostra.
Nell'ordinanza di arresto il gip aveva scritto che Marcatajo “si è dimostrato in generale disponibile a porre in essere la sua attività professionale e personale in favore degli interessi illeciti dei Graziano”.
Lo scorso marzo è stato ritenuto dal Tribunale del Riesame “consapevole di aiutare il costruttore boss Graziano”.
Ad accusarlo ci sono anche le dichiarazioni di Vito Galatolo, l’ex boss dell’Acquasanta, che ha riferito particolari importanti. A lui era stato dato il mandato di vendere 30 box auto al prezzo di 500mila euro e la metà di quella somma sarebbe appunto stata utilizzata per acquistare il tritolo per uccidere il pm Nino Di Matteo titolare delle indagini sulla trattativa Stato-mafia.
Secondo la ricostruzione del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza comandato dal generale Giuseppe Bottillo, quell’operazione fu compiuta utilizzando la società Sicinvest srl, di cui Marcatajo rilevò le quote fra il 2008 e il 2009; per conto dei Graziano, nel suo ruolo di prestanome.

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