Per il Gip "stato di salute non compatibile con controlli"
di AMDuemila
Il suo stato di salute è incompatibile con la detenzione domiciliare e pertanto il noto avvocato civilista Marcello Marcatajo, finito in manette con l’accusa di riciclaggio aggravato, è tornato in libertà. La decisione è del gip Lorenzo Jannelli che, con il parere favorevole della Procura, ha accolto l’istanza dei legali dell’indagato, Claudio Gallina Montana, Gioacchino Sbacchi e Valeria Minà, decidendo di revocare i domiciliari (ottenuti per motivi di salute lo scorso gennaio) imporre soltanto l’obbligo di dimora a Palermo.
Sono sempre i problemi di salute a portare a questa nuova decisione. In base a una consulenza della difesa, questo non sarebbe compatibile con i controlli che costantemente vengono compiuti da parte delle forze di polizia a carico di chi si trova ai domiciliari. In una prima occasione gli agenti che avrebbero bussato alle 4 di notte, non avrebbero ottenuto alcuna risposta proprio per quelle precarie condizioni di salute. Per lo stesso, in una seconda occasione, ad aprire alla porta gli agenti sarebbe stata la moglie e non il legale. Gli agenti, però, avrebbero comunque voluto vedere Marcatajo che per raggiungerli sarebbe anche caduto dalle scale ferendosi lievemente. In quell’occasione la moglie è stata anche denunciata per oltraggio a pubblico ufficiale per aver alzato i toni dopo quell’episodio.
Marcatajo, che secondo l’accusa avrebbe curato gli affari della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, lo scorso marzo è stato ritenuto dal Tribunale del Riesame “consapevole di aiutare il costruttore boss Graziano”.
Ad accusarlo ci sono anche le dichiarazioni di Vito Galatolo, l’ex boss dell’Acquasanta, che ha riferito particolari importanti. A lui era stato dato il mandato di vendere 30 box auto al prezzo di 500mila euro e la metà di quella somma sarebbe appunto stata utilizzata per acquistare il tritolo per uccidere il pm Nino Di Matteo titolare delle indagini sulla trattativa Stato-mafia.
Secondo la ricostruzione del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza comandato dal generale Giuseppe Bottillo, quell’operazione fu compiuta utilizzando la società Sicinvest srl, di cui Marcatajo rilevò le quote fra il 2008 e il 2009; per conto dei Graziano, nel suo ruolo di prestanome.