Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

messina gerlandinoAlla scorsa udienza il pm ha chiesto la condanna a 22 anni
di AMDuemila
Il boss Gerlandino Messina (in foto) era in possesso di un apparecchio idoneo ad intercettare le conversazioni delle forze dell’ordine. Il dettaglio è emerso al processo che vede il capomafia della provincia di Agrigento accusato di associazione mafiosa aggravata. Lo stesso strumento è stato rinvenuto il giorno della cattura del boss, avvenuto il 23 ottobre 2010 in una palazzina di Favara.
Il pubblico ministero della Dda, Rita Fulantelli, all'ultimo processo in primo grado dopo il suo trasferimento alla Procura generale di Palermo, nella scorsa udienza ha chiesto una condanna a 22 anni per l'ex superlatitante. Il magistrato ha anche rivelato che il palese Nicola Ribisi, appena tornato libero dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa, salvò la vita a un poliziotto che doveva essere ucciso su incarico di Messina. “Secondo quanto gli era stato detto un agente si era comportato male con sua moglie, strattonandola, durante un controllo - ricostruisce il pm - Per questo motivo Gerlandino Messina aveva deciso di eliminarlo, rivolgendosi a Ribisi, in quanto il poliziotto era in servizio nel Commissariato di Palma di Montichiaro”. Ribisi però lo convince a rinunciare a quel piano di morte, probabilmente “temendo che quell’omicidio avrebbe mosso troppo le acque”.
Messina, che è stato latitante per oltre diedi anni, era già stato condannato una volta per associazione mafiosa. Ora i pm della Dda, dopo l’arresto del 2010, hanno contestato il medesimo reato  a partire dal 1999 sino alla cattura, specificando che è stato capo Provincia a partire dall’arresto dell’altro boss latitante, Giuseppe Falsone, finito in manette pochi mesi prima. Il processo riprenderà il prossimo 5 maggio con l’arringa difensiva dell’avvocato Salvatore Pennica.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos