Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

gdf grand hotel mose agrigentoTra le confische il Grand hotel Mosè di Agrigento
di AMDuemila
La Guardia di Finanza, questa mattina, è tornata a mettere i sigilli ad alcuni imprendiotri accusati di essere in rapporto con Cosa nostra. Stavolta ad essere colpiti sono i fratelli Carmelo e Calogero Russello per cui i militari, su ordine della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Agrigento, hanno sottoposto a sequestro e confisca beni per un valore complessivo di circa 71 milioni di euro. Nello specifico il provvedimento riguarda 10 aziende agrigentine operanti nell'edilizia, nella ristorazione, nel commercio e nel settore alberghiero; 111 beni immobili; oltre 100 rapporti finanziari, nonché diverse autovetture, di proprietà riconducibili ai due fratelli. Il provvedimento prevede la confisca di 50 milioni di beni sequestrati nel 2013 dal Gico della guardia di finanza e il sequestro, con contestuale confisca, di altri 21 milioni di beni.
Tra le aziende confiscate figura il Grand Hotel Mosè di Agrigento, rilevato tre anni fa dall’amministrazione giudiziaria in condizioni di imminente chiusura, che sotto la gestione dello Stato ha triplicato il numero dei dipendenti e raddoppiato il fatturato.

Calogero Russello, già arrestato nel 2004 nell'ambito dell'operazione 'Alta Mafia', è stato condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa, per vicende riguardanti appalti e voto di scambio. Collaboratori di giustizia, e fra i quali Angelo Siino, lo hanno indicato come “appartenente all'organizzazione mafiosa, molto attivo nel settore degli appalti pubblici e in contatto con mafiosi come Salvatore Valenti, della 'famiglia' di Favara, Giovanni Bellanti della cosca di Palma di Montechiaro, Giuseppe Di Caro, ucciso nel 1991, che è stato anche rappresentante di Cosa Nostra della provincia di Agrigento, Giovanni Maniscalco e Alberto Provenzano del clan di Burgio. Carmelo Russello è invece incensurato, anche se il legame con il fratello Calogero è stato considerato però “funzionale all'agevolazione dell'organizzazione criminale mafiosa”.
Secondo l'accusa, Carmelo Russello, sarebbe stato incaricato da personaggi di notevole spessore criminale quali Francesco Ribisi e il suo braccio destro Giovanni Tarallo, della riscossione della 'messa a posto' imposta ad imprenditori aggiudicatari dei lavori di manutenzione stradale effettuati nel 2012 sulla Strada provinciale 6, nel tratto che collega i Comuni di Baucina, Ventimiglia di Sicilia e Trabia.
Già nel 2013, le indagini del Gico del nucleo di polizia tributaria avevano portato a un primo sequestro nei confronti dei Russello, per 50 milioni di euro. Nuove indagini hanno fatto scattare i nuovi sigilli, con contestuale confisca, sul resto del patrimonio. Tra le imprese sequestrate e contestualmente confiscate con il nuovo provvedimento, figurano società di costruzioni già aggiudicatarie di appalti pubblici a Palermo, Agrigento, Gela e Caltanissetta, che da oggi saranno affidati all’amministrazione giudiziaria.

Foto © Ansa

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos