di Miriam Cuccu
Gli investigatori scavano sui profili creati dalla sorella Anna Patrizia
Non solo pizzini tra il boss latitante Matteo Messina Denaro e la sorella, Anna Patrizia. Oggi la donna è stata condannata a 13 anni per associazione mafiosa, ma quando era ancora in libertà era lei a fare da anello di raccordo con il resto degli affiliati, tra cui il marito detenuto Vincenzo Panicola. E per trasmettere gli ordini di Messina Denaro, a scriverlo l’edizione di Repubblica-Palermo, fratello e sorella usavano anche la chat di Facebook.
Ora però la Procura di Palermo (il procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato e i sostituti Paolo Guido e Carlo Marzella) potranno avere accesso ai server del celebre social network per risalire allo scambio di informazioni con il boss di Castelvetrano, imprendibile da oltre vent’anni. Dopo un interminabile scambio di documenti (atti a dimostrare la pericolosità di Messina Denaro e il legame a doppio filo con la sorella) la Procura di Palermo ha finalmente avuto accesso ai server di Facebook nel momento in cui i giudici americani hanno dato l’ok alla rogatoria inviata dai colleghi d’oltreoceano.
Che Messina Denaro si fosse dato alla tecnologia, per trasmettere i suoi ordini, sarebbe emerso da un episodio avvenuto prima che le manette scattassero per Anna Patrizia e altri 29 soggetti, il 13 dicembre 2013 (con l’operazione “Eden”). In quel frangente Anna Patrizia si era incontrata con il marito, il quale chiese se fosse vero che Giuseppe Grigoli (imprenditore legato al boss a cui è stata confiscata la catena di supermercati Despar) fosse stato "autorizzato a parlare" proprio da Messina Denaro, a dire che era stato costretto a dare denaro alla mafia. E di verificare, quindi, con il fratello. Il quale, dopo aver confermato che non era partita alcuna autorizzazione, era stato categorico: “Non toccatelo, perché se parla può fare danno”. Gli inquirenti, però, non avevano avuto alcun sospetto di un possibile passaggio di pizzini. La sorella del capomafia, infatti, avrebbe usato una serie di falsi profili su Facebook per comunicare, e lo stesso aveva fatto Matteo, per darle indicazioni.
Poco prima del suo arresto, la Messina Denaro aveva però cancellato tutti i profili da lei usati. Ma ora i pm palermitani avranno la possibilità di accedere alla mole di potenziali informazioni offerte dal social network. Senza contare che, avevano detto i pm durante la requisitoria del processo Eden, i due fratelli riuscivano persino a darsi appuntamento “de visu”. "Anna Patrizia Messina Denaro, a cavallo tra un colloquio ed un altro con il marito Vincenzo Panicola, ha incontrato il fratello latitante in più di un occasione tra il maggio ed il giugno 2013" aveva illustrato il pubblico ministero Paolo Guido. Gli incontri tra Anna Patrizia e il marito, aveva aggiunto, erano veri e propri “incontri tra sodali”.
Ora la caccia al boss, grazie alla preziosa collaborazione internazionale, prosegue anche nel mondo virtuale. E il cerchio attorno a Messina Denaro continua a restringersi.
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