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carabinieri tecnisdi AMDuemila
Le società Tecnis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl sarebbero state "asservite alla famiglia catanese di cosa nostra" e, oltre che a rimpinguarne le casse, avrebbero "consentito agli esponenti apicali dell'organizzazione di governare in qualche modo l'indotto, ottenendo subappalti e forniture a imprese vicine alla organizzazione mafiosa ed accrescere il proprio potere e prestigio anche presso le famiglie palermitane, consentendo ad imprese loro vicine di infiltrare il settore delle commesse pubbliche". Si tratta della motivazione del provvedimento attraverso il quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania ha ordinato l'amministrazione giudiziaria e il sequestro (per un valore di oltre un miliardo e mezzo di euro) delle relative quote ed azioni societarie. Il provvedimento trae fondamento da più attività investigative, per le quali hanno costituito un contributo le dichiarazioni di collaboratori di giustizia e degli stessi imprenditori. Sulla scorta di questo gli investigatori ritengono che Tecnis SpA (e le relative compagini) abbia subito coartazioni nel libero svolgimento delle attività imprenditoriali.
Importanti, per il sequestro, anche gli esiti di alcuni procedimenti penali. Tra questi l'operazione "Arcangelo", disposta nei confronti tra gli altri, di Angelo Santapaola. Nel 2005, in occasione dei lavori per la costruzione dei due approdi di emergenza in Tremestieri (Messina) in cui era impegnata la Tecnis, i cugini Angelo e Vincenzo Santapaola vennero intercettati mentre discutevano della cifra di 20 mila euro che la Tecnis avrebbe dovuto loro corrispondere. Carmelo Bisognano, considerato esponente di prim’ordine della famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), in relazione ai lavori relativi all'autostrada Messina/Palermo disse di aver appreso da Giuseppe Ranno, dipendente dei Costanzo, che l'interlocutore mafioso dell'impresa era il gruppo di Picanello della famiglia Santapaola. In ordine ai lavori della Galleria Scianina (sull'autostrada Messina/Palermo), la famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto avrebbe dovuto ricevere le somme spettanti a titolo estorsivo dalla famiglia Santapaola. Alfio Giuseppe Castro, imprenditore ed esponente della famiglia catanese di cosa nostra, ha dichiarato di aver lavorato più volte per conto della Tecnis SpA e di avere saputo che l'impresa era "messa a posto" con il gruppo di Picanello, il cui esponente, Rosario Tripoto, curava gli interessi dell'impresa quando lavorava fuori Catania, salvaguardandola dalle pretese della criminalità locale. Santo La Causa, considerato reggente dell'organizzazione catanese del 2007 al 2009, ha confermato il collegamento delle imprese Costanzo con il gruppo di Picanello.
Un'altra operazione i cui risultati sono stati presi in considerazione è la "Iblis": nel 2007 si accertò che la "GEST.I FOND. GESTIONI IiV1MOBILIARI E FONDIARIE SRL", di proprietà della Tecnis spa e della Iniziative Immobiliari SpA, aveva stipulato un preliminare di vendita di un terreno con un prestanome di Alfio Aiello, fratello del più noto Vincenzo, che si era impegnata a corrispondere 3.846 mila euro sebbene il titolare poco tempo prima lo avesse pagato 360 mila. A fronte della cifra pattuita, la società risulta aver corrisposto 2.593 mila euro senza ottenerne né il trasferimento della proprietà né la consegna del bene. Sui terreni la Tecnis aveva avanzato proposta per la realizzazione di una nuova struttura penitenziaria. Durante le indagini, che si è arricchito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Pulizzi, emerse anche che nel periodo in cui cosa nostra catanese, attraverso Angelo Santapaola e Vincenzo Aiello, si "interfacciava" con quella palermitana nella persona di Salvatore Lo Piccolo, reggente del mandamento di San Lorenzo, quest'ultimo aveva manifestato l'intenzione di stabilire un contatto con la Tecnis, che si era aggiudicata l'appalto relativo alla realizzazione dei lavori della metropolitana di Palermo per il tratto Politeama - Giachery. Un'altra operazione è la "Golem" della Procura di Palermo, un provvedimento cautelare del 2009 che, tra gli altri, analizza un 'pizzino' sequestrato nel 2007 a Salvatore Lo Piccolo in cui vi erano dei riferimenti alla Cogip SpA dei Costanzo, impegnata in lavori presso lo scalo aeroportuale di Palermo - Punta Raisi Sulla scorta di quanto precede, è stato ritenuto che la Tecnis SpA (e le relative compagini) ha subito coartazioni nel libero svolgimento delle attività imprenditoriali.
Il provvedimento è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno presenziato il Procuratore della Repubblica di Catania Michelangelo Patanè e il comandante del Ros dei carabinieri Gen. Giuseppe Governale. "Si è potuto verificare nel corso di circa 10 anni - ha dichiarato Patanè - che queste aziende dovevano pagare a cosa nostra, avere collegamenti con essa, si dovevano inserire in appalti e in lavori cospicui del Palermitano, ma in stretto collegamento ed asservimento dei voleri di cosa nostra". Per le tre aziende è stato nominato un amministratore giudiziario, il Prof. Ruperto, che sostituirà gli amministratori per un periodo di sei mesi, ulteriormente rinnovabile, per "risanare e reimmettere nel mercato l'azienda, in modo che possa operare nel rispetto delle regole ed al riparo da interventi della criminalità organizzata".
La Tecnis dispone di un capitale sociale di 32 milioni di euro totalmente versato e le relative azioni sono ripartite in uguale misura tra le società Cogip Holding srl e Artemis SpA, la prima riconducibile a Francesco Domenico Costanzo e la seconda a Concetto Albino Bosco Lo Giudice. Alla ditta è stato sospeso il certificato antimafia in seguito al coinvolgimento dei componenti del suo Cda, Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta 'Dama Nera' della Procura di Roma su presunte tangenti all'Anas. La società, operante nel settore dell'edilizia, è presente sia sul mercato nazionale che estero (attraverso partecipazioni in imprese controllate con sede in Brasile, Emirati Arabi, Libia, Nigeria, Romania, Sudan e Tunisia). Ha un organico medio di 305 dipendenti e partecipazioni in imprese controllate italiane tra cui Risanamento San Berillo Srl, Porto Turistico Marina di Ragusa SpA e Marina di Naxos Srl ed è partecipe in circa 60 associazioni temporanee di impresa aggiudicatarie di appalti pubblici. La Artemis esercita l'attività di direzione e coordinamento nei confronti della Tecnis SpA e delle sue controllate, mediante lo svolgimento di attività consistenti in indicazioni strategiche, formulazione di politiche generali di gruppo e conseguente pianificazione e controllo delle attività e indicazioni operative specifiche su modalità gestionali, sul reperimento dei mezzi finanziari, su politiche di bilancio, sulla scelta dei fornitori e dei contraenti in generale. La Cogip è una holding che ha lo scopo di realizzare la massima sinergia operativa tra le società appartenenti al gruppo, attraverso la gestione delle partecipazioni, degli immobili e finanziaria nei confronti delle società partecipate, l'erogazione di servizi di consulenza e la direzione ed il coordinamento nei confronti delle società controllate.

Fonte ANSA

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