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lombardo raffaele web7L’ex presidente della Regione già condannato in primo grado per concorso esterno
di AMDuemila
I verbali di dichiarazione spontanee rese da Rosario Di Dio, detenuto al 41 bis ed indicato come esponente di spicco di Cosa nostra e condannato in primo grado al processo “Iblis” a vent’anni di reclusione, ai sostituti della Dda Antonino Fanara ed Agata Santonocito (dicembre 2014 e luglio 2015) entrano nel processo d’appello contro l’ex Governatore Raffaele Lombardo, accusato di Concorso esterno in associazione mafiosa e già condannato in primo grado a sei anni e mezzo. Lo hanno deciso ieri i giudici della Sezione di Corte d’Appello che hanno letto in apertura di udienza il provvedimento sull’ammissione delle nuove prove richieste dai pm Sabrina Gambino ed Agata Santonocito. Saranno così sentiti i collaboratori di giustiziaSalvatore Sciacca, Fabrizio Nizza, Giuseppe Scollo, Francesco Campanella e Palma Maria Biondi.
Proprio Di Dio avrebbe fornito dichiarazioni sull’incontro che ci sarebbe stato tra Angelo Santapaola, inghiottito dalla lupara bianca nel 2007, e l’allora leader dell’Mpa.

Anche il pentito Gaetano D’Aquino ha associato il nome di Santapaola al partito dell'ex Presidente della Regione.
Nel processo d'appello oltre a Di Dio verranno sentiti diversi collaboratori di giustizia. Tra questi Fabrizio Nizza e Giuseppe Scollo, oltre a Palma Maria Biondi, moglie di Eugenio Sturiale. La donna pentita, sposata con l'ex boss santapaoliano poi transitato ai Cappello, ha raccontato del presunto pestaggio subito da Angelo Lombardo nel 2008. Una bastonatura come punizione per il mancato rispetto degli impegni elettorali. Sono state valutate come «non necessarie», secondo i giudici, le testimonianze dei protagonisti dell'intercettazione ambientale del luglio 2008 nello studio di Mario Ciancio, editore e direttore del quotidiano locale La Sicilia. In quell'occasione si chiese l’intercessione di Raffaele Lombardo per «ammorbidire ma non in denaro i dirigenti» del Comune di Catania per una vicenda amministrativa relativa a una variante alla concessione edificatoria del centro commerciale Porte di Catania.
Inoltre non è stato ammesso l’esame del pentito Vito Galatolo che dichiarò come Aiello gli avesse confidato di avere rifiutato dai servizi segreti 500mila euro in contanti per scagionare l’ex presidente della Regione.
Il legale di Lombardo, Alessandro Benedetti, ha poi chiesto che l’esame dei testi ammessi venga fatto non con il sistema della videoconferenza ma direttamente in aula con la possibilità di poter meglio ascoltare ed avere una più diretta valutazione, anche visiva, degli esami.
L’accusa si è opposta alla richiesta sottolineando che si tratta di uno strumento non solo supportato dal codice, ma anche necessario per questioni di sicurezza. La Corte, che si è riservata di decidere, ha fissato la prossima udienza per il 26 gennaio.

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